Fine dell’antiracket, cancellata dal prefetto: “Condizionamenti esterni e dinamiche poco chiare”

 
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Gela. Mantenerne l’iscrizione nell’elenco prefettizio “rischia di incidere negativamente sulla credibilità delle istituzioni preposte alla salvaguardia della legalità”. Il prefetto di Caltanissetta Chiara Armenia, anche con questi riferimenti, ha appena disposto la cancellazione dell’associazione antiracket “Gaetano Giordano”. Quella cittadina è stata una delle prime in Sicilia e per anni ha fatto da punto di riferimento. Nell’ultimo periodo, però, è finita in un vortice di polemiche e sospetti, anche tra gli stessi soci. L’indagine che ha toccato lo storico presidente Renzo Caponetti, poi dimessosi, aveva già indotto la prefettura a decidere la sospensione dell’iscrizione dell’antiracket locale, che invece lo scorso novembre aveva riottenuto il via libera. Da quel momento, secondo la stessa prefettura nissena, non c’è stata una vera e propria ripresa e anche le ragioni che sono alla base dell’esistenza dell’antiracket sarebbero venute meno. Caponetti, lo scorso anno, è finito sotto indagine per una presunta truffa su fondi destinati alle vittime di racket ed usura. Il riesame ha dissequestrato somme per quasi 400 mila euro, che erano finite inizialmente sotto chiave su richiesta dei pm della procura che hanno proseguito gli approfondimenti investigativi. Le dimissioni di Caponetti hanno portato alla presidenza uno degli storici componenti, Alfonso Peritore, che ha ricevuto quest’ultimo provvedimento, ancora più drastico visto che impone la cancellazione dell’associazione locale. Peritore ha cercato di ridare vigore all’associazione, ma tra molte difficoltà. Ad inizio gennaio, è decaduto il consiglio direttivo, per le dimissioni di tre componenti e dell’assistente spirituale (che aveva lasciato già a dicembre). Senza consiglio direttivo, anche il presidente pro-tempore è decaduto. All’assemblea straordinaria, sempre ad inizio mese, addirittura si sono presentati solo nove soci su un totale di 189. Per la prefettura, è segno evidente di “disinteresse circa la volontà di chiarire i motivi delle dimissioni” del consiglio direttivo. Peritore, con una nota trasmessa anche in prefettura, ha descritto “un clima di contrasti interni all’associazione, a suo dire riconducibili a condizionamenti esterni e a parere di quest’ufficio a dinamiche non ben chiare”, così scrive la prefettura di Caltanissetta. Molti dubbi sono emersi sulle liste per l’elezione del nuovo consiglio direttivo ed è direttamente la polizia a segnalarli. “Dalla disamina dei nominativi – si legge nel decreto prefettizio – emerge che hanno proposto istanza anche i tre dimissionari e che la lista, composta da tredici nominativi, è formata da esponenti dell’imprenditorialità di questo comprensorio, tutti soggetti espressione di Renzo Caponetti”. Della questione si è discusso nel corso del recente Comitato per l’ordine e la sicurezza. Per il prefetto Armenia, c’è “un’evidente difficoltà di far funzionare e gestire democraticamente gli organi deliberativi palesando, nel complesso, una sostanziale incapacità della stessa associazione di poter operare per il raggiungimento degli scopi istituzionali”.

Nel decreto, si mostrano pesanti dubbi sull’efficacia dell’azione di contrasto al racket delle estorsioni messa in atto dall’associazione locale. “Assenza di risultati negli ultimi quattro anni, in un contesto territoriale caratterizzato da altissimi indici di criminalità, anche organizzata e di matrice mafiosa nonché da pervasivi e diffusi fenomeni di estorsione e di usura rispetto ai quali sono del tutto inesistenti forme di collaborazione da parte delle vittime”, così viene riportato. Tutte ragioni che hanno convinto il prefetto a dire basta, disponendo la cancellazione dell’antiracket locale.

1 commento

  1. Ma quindi finalmente risparmieremo i soldi di una scorta totalmente inutile??????? Se 1 + 1 fa 2 credo che in un paese normale dovrebbe essere così…

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