Fondi tagliati per la pista ciclabile, Romano (Fiab): “Inaccettabile, si perde un futuro diverso”

 
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Gela. Come abbiamo già riportato, la Regione ha definanziato lo stanziamento da 720 mila euro destinato al progetto della pista ciclabile Macchitella-lungomare Federico II di Svevia. Tempi troppo lunghi per lavori mai iniziati e scadenze quasi concretizzate, sono alla base del taglio. “È inaccettabile”, spiega il vicepresidente Fiab Giuseppe Romano. L’avvocato da tempo, insieme ai tanti aderenti al gruppo locale dell’associazione, sostiene un modello di mobilità urbana diverso. “Un semplice e preciso atto burocratico, freddo forse, ma puntuale, che attribuisce delle responsabilità a chi amministra la città, reo, a dire della Regione, di non essersi adoperato per fornire le informazioni richieste e adempiere a quanto indicato dalla legge per la prosecuzione del progetto. Quindi, niente soldi. Qualcuno dice che si sono persi i fondi per la pista ciclabile – spiega Romano – ma noi affermiamo che si è perso molto di più. Si è buttato al vento un progetto di tutela dei diritti delle persone, di chi sulla strada è più debole. Si è eliminata un’occasione unica per ridare una nuovo volto alla mobilità sul lungomare; si è affermato, con questa mancata attività, che la città non vuole cambiare strada”. Romano conferma che senza fondi è rimasta un’idea di mobilità sostenibile. “Il progetto prevedeva la realizzazione della pista ciclabile in prosecuzione di quella esistente, di fatto la creazione di un percorso unico che avrebbe servito sia la ciclabilità urbana che il cicloturismo nazionale, essendo l’itinerario inserito nel piano nazionale della mobilità ciclistica. Ma non si limitava a questo. Riorganizzava la mobilità su uno dei punti costieri più belli dell’isola, gestendo le aree di sosta e restituendo molto spazio pubblico alle persone, affermando quel concetto di democrazia dello spazio che sembra non interessare chi ci amministra. Non abbiamo perso i fondi per un concertino estemporaneo – aggiunge – ma abbiamo perso i soldi per un progetto duraturo e strutturato. E questo è inaccettabile, in una città priva di gestione della mobilità, apparentemente senza controlli sulla sosta selvaggia e sulla mobilità, una città che nega il diritto alla mobilità di chi rinuncia all’automobile, che, almeno in apparenza, non tutela il trasporto pubblico, che sembra non proteggere gli utenti vulnerabili della strada, che è prigioniera della violenza stradale degli automobilisti”.

La Fiab locale conferma la gravità di quanto accaduto. “Non è certo di poco conto quello che è accaduto e dovrebbe creare indignazione in tutte quelle persone che vorrebbero un luogo diverso in cui vivere, un luogo dove lo spazio sia distribuito in modo democratico, dove l’economia e il valore siano basati sulla qualità dell’abitare e non sulla quantità di automobilisti in movimento sulle loro auto. Per come si è determinata questa perdita – conclude Romano – l’indignazione dovrebbe portarci in piazza a chiedere i nostri diritti, i diritti di chi vuole vedere tutelati i bambini, i ciclisti, i pedoni, gli anziani, le persone con disabilità, di chi ogni giorno è relegato in uno spazio quasi inesistente dalla prepotenza dei conducenti delle automobili, di chi vorrebbe muoversi diversamente ma ha paura di farlo. Non si sono persi solo dei fondi per una pista ciclabile, si è persa l’occasione per costruire un futuro diverso. E questa responsabilità non può essere taciuta”.

1 commento

  1. Condivido in pieno l’articolo. Un altro smacco per i cittadini di Gela che già vivono in una citta….per nulla a misura di uomo…in cui spostarsi a piedi, in molte zone, significa rischiare di essere investiti.

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