Furti in ospedale, per cinque imputati atti restituiti al pm: difesa sacerdote respinge accuse

 
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Gela. Gli atti vengono restituiti al pubblico ministero. L’ha deciso il gup Roberto Riggio per cinque imputati che vennero coinvolti nella vasta indagine su presunti furti all’ospedale “Vittorio Emanuele”. L’attenzione si concentrò sulle consumazioni della mensa e delle relative derrate alimentari. Diversi imputati hanno definito le loro posizioni con patteggiamenti e messe alla prova. Quattro sono stati prosciolti per “tenuità del fatto”. Rispetto invece alle contestazioni mosse a Liborio Bongiovanni, Rocco Neri, Salvatore Perticone, Salvatore Pizzo e al parroco don Filippo Salerno, il gup ha trasmesso gli atti al pm, chiedendo che venga riformulato il capo di accusa. Per i quattro cuochi, il giudice esclude la sussistenza dell’ipotesi di peculato. Si tratterebbe invece di furto aggravato. Lo stesso vale, rispetto alla modifica dell’accusa, per il parroco, che all’epoca dell’inchiesta era cappellano del nosocomio “Vittorio Emanuele”. La procura non ha ritenuto di dover modificare la contestazione nel corso dell’udienza preliminare e così il giudice ha restituito gli atti, motivando la decisione. Tutti gli imputati respingono le ipotesi mosse nei loro confronti dai pm.

Fin dalla fase di indagine, la difesa di don Salerno ha rigettato qualsiasi addebito di furto. E’ sempre stato spiegato che il cappellano era stato autorizzato a consumare i pasti nella struttura. Per il legale Filippo Incarbone, che assiste il sacerdote, non sono mai sussisti gli estremi per ritenere che ci siano state, nel tempo, condotte illecite. Nessuno de cinque imputati ha optato per riti alternativi. Nell’intero procedimento, Asp è parte civile, con l’avvocato Patrizia Comandatore.

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