Furti in raffineria, un operaio dell’indotto licenziato ha impugnato il provvedimento

 
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L'area della raffineria Eni di contrada Piana del Signore

Gela. Nell’estate di due anni fa, i carabinieri lo arrestarono dopo che venne fermato all’uscita della raffineria Eni di contrada Piana del Signore. A bordo dell’auto di servizio di un’azienda dell’indotto, aveva caricato circa centottanta chili di manicotti in ottone. Un operaio cinquantanovenne venne accusato di furto e licenziato dall’azienda dell’indotto per la quale lavorava. Quel licenziamento, però, è stato impugnato. Sarà il giudice civile del tribunale Elena Kildani a decidere. Il provvedimento è stato contestato dall’operaio, attraverso l’avvocato Gionata Virga.

L’operaio, intanto, deve rispondere all’accusa di furto nel dibattimento penale che si è già aperto. In quel caso, il lavoratore è assistito dal legale Giacomo Ventura. Il cinquantanovenne si è sempre difeso sostenendo che il materiale, poi caricato in auto, era abbandonato e da smaltire. Per i responsabili della fabbrica di contrada Piana del Signore, invece, si trattava di manicotti destinati ad essere rivenduti.

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