“Greco eviti polemiche”, Federico: “A Schifani chieda decreto che rifinanzi il nuovo ospedale”

 
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Pino Federico

Gela. Un taglio da 130 milioni di euro che rischia di far saltare il progetto del nuovo ospedale di Ponte Olivo. Un fronte sempre più composito si schiera contro il definanziamento, nonostante le rassicurazioni di ieri del parlamentare Ars Michele Mancuso, sicuro invece che i fondi Fsc verranno mantenuti. “Tre anni fa, circa, insieme all’allora assessore regionale Razza – dice l’ex parlamentare Ars Pino Federico – riuscimmo ad ottenere il finanziamento del nuovo ospedale, pensato come comprensoriale per sanare le tante mancanze del territorio. All’epoca, non lo dimentico, c’era chi disse che era solo un annuncio strumentale, quasi da campagna elettorale. Il sindaco e altri esponenti si espressero in questi termini. Invece, adesso, con il definanziamento, tutti si accorgono che lo stanziamento c’era stato”. Per Federico, è inutile limitarsi ad una scia infinita di accuse reciproche. “Ognuno, per il proprio ruolo, deve iniziare a muoversi – spiega – bisogna chiedere al governo regionale e a quello nazionale di far rifinanziare l’opera, spiegando le ragioni profonde di questo bisogno. Il nuovo ospedale è fondamentale, per Gela in primis e per tutti i Comuni della zona”. Federico insiste sul punto. “Serve un decreto che rifinanzi l’opera, da mettere nero su bianco, così come accadde tre anni fa quando riuscimmo ad avere un impegno formale, sottoscritto. Il sindaco – continua – eviti polemiche e scontri. Si muova in questa direzione. Ci vuole un decreto che rifinanzi il progetto. Non servono le chiacchiere ma occorre un fondo unicomprensivo da 130 milioni”.

Non è tempo di “promesse o impegni non scritti – aggiunge – il nuovo ospedale è fondamentale in un territorio che da sette-otto anni patisce un generale depotenziamento dei servizi sanitari. Insieme a Razza eravamo riusciti nell’intento. Ora, dovrà esserci un decreto nel quale si indica il capitolo dal quale acquisire i 130 milioni di euro. Greco vada da Schifani e gli spieghi l’importanza dell’opera. C’era già la convenzione con Eni per una delle aree. Chi ha un ruolo politico si sarebbe dovuto allarmare sapendo che la delibera Asp per il project financing era stata revocata, a distanza di pochi giorni. Invece, le preoccupazioni maturano quando il danno è già fatto. La politica intervenga per farlo rifinanziare, altrimenti si perderà l’ennesima occasione. C’è tutto, il progetto così come la convenzione”.

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