Il “cavallo di ritorno” per la bici da corsa rubata, chiuse indagini: accuse a minorenne

 
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Immagini di repertorio

Gela. E’ accusato di aver chiesto l’estorsione dopo il furto di una bicicletta da corsa. I soldi sarebbero stati imposti alla vittima, che avrebbe dovuto pagare per riaverla. La bici venne rubata e qualche ora dopo il proprietario sarebbe stato contattato dal minore, che adesso deve rispondere del presunto “cavallo di ritorno”. Le indagini sono state chiuse dai pm della procura minorile di Caltanissetta, che hanno confermato le contestazioni mosse al giovane. Difeso dall’avvocato Giuseppe Cascino, dovrà difendersi davanti al giudice. Il minore ha sempre escluso di aver partecipato al furto e non avrebbe preteso soldi. I poliziotti, lo scorso marzo, arrestarono un maggiorenne, accusato di aver organizzato il tentativo di estorsione, insieme al minore.

Il giovane, però, ha spiegato di essersi interessato alla vicenda solo perché conosceva bene la vittima del furto. Avrebbe cercato di fargli riavere la bicicletta da competizione, ma senza imporgli il pagamento di denaro. I poliziotti, dopo la denuncia della vittima, arrivarono fino al luogo in cui si sarebbe dovuto verificare lo scambio e bloccarono il minore e il maggiorenne.

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