Il “colpo” in un cantiere a Farello, cercarono di recuperare la refurtiva: due a processo

 
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Gela. Tutto sarebbe iniziato dopo un furto che, cinque anni fa, venne messo a segno in un cantiere nell’area del cimitero Farello.


Il furto del furgone. Secondo le accuse mosse dai magistrati della procura, ci sarebbe stato il tentativo di recuperare una parte della refurtiva. Un furgone venne portato via da un garage riconducibile a Francesco Ferracane che è stato sentito in aula, davanti al giudice Ersilia Guzzetta, nel dibattimento avviato contro Giuseppe Palmeri e Vincenzo Alfieri. Difesi dagli avvocati Maurizio Scicolone e Vincenzo Vitello, sono ritenuti responsabili di quel furto. Ferracane, in aula, non ha saputo ricostruire quanto accaduto, anche se ha ammesso di aver partecipato al furto nel cantiere di Farello. Ha escluso di sapere chi abbia portato via il furgone. Dopo il colpo al cantiere, a perdere la vita fu Francesco Martines, ucciso da Angelo Meroni, a sua volta tra gli autori dell’azione a Farello. L’azienda che subì il furto in cantiere era riconducibile proprio ai familiari di Martines che venne raggiunto dai colpi di pistola sparati da Meroni. La vittima avrebbe chiesto spiegazioni su quanto accaduto nel cantiere. Durante l’accesa discussione, però, arrivarono gli spari. Angelo Meroni, per quei fatti, è stato condannato, in via definitiva, a vent’anni di reclusione.

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