Il fallimento del Gela Calcio è lo specchio di una comunità che vive nel declino

 
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Gela. Per i non appassionati, forse, non cambierà nulla, per gli amanti dello sport…si! Ieri Gela ha vissuto gli ultimi attimi di vita della massima espressione sportiva della città, ma la vicenda del Gela Calcio non è solo un fallimento sportivo, bensì anche lo specchio di una comunità locale che sta vivendo una fase di declino in tutti i settori. I greci erano innamorati di questa terra, resa unica dalla spiaggia colore oro, paese che nei secoli successivi potrà vantarsi della presenza di uomini illustri, come Salvatore Quasimodo. Questa città non ha dunque nulla da invidiare ad altre, è solo abbandonata a se stessa. Non si cercano nè colpe, nè colpevoli, si spera solo che ogni gelese, scrutando se stesso, si chieda: io che ho fatto di buono per la mia città? In realtà, infatti, non si lotta per questa terra: ogni gelese pensa a se stesso, al bene proprio e non al bene comune; fa le leggi da sè, senza rispettare le norme vere e proprie (vedi caos rifiuti, o anche i vari problemi idrici che attanagliano la città). Gela sta vivendo la povertà non solo materiale ma soprattutto esistenziale, familiare, educativa, lavorativa.

La nostra è una città in piena agonia, che non riesce a rialzarsi perché i cittadini non hanno la forza di rialzarsi, non  credendo più in questa città fatta di storia, tradizioni e di uno spettacolo naturale che tanti invidiano. Invece, bisogna credere in ciò che si ama e, se si ama, bisogna affrontare e risolvere i problemi che possono minacciare ciò che ci sta a cuore, non stare fermi ad osservare un declino in parte già scritto. Gela è dei gelesi, ma i gelesi amano Gela? 

2 Commenti

  1. Complimenti Fiorelli è la giusta analisi. È una vita che sostengo questa tesi. Siamo Fatalisti non facciamo niente per cambiare le cose non diamo nessun sostegno a chi invece con sacrifici si occupa degli altri. Questo ragionamento vale su tutto.

  2. Una morte annunciata con anni di anticipo e con una lunga agonia… già 3 anni fa’ mi sono trovato a scrivere su questa rubrica che senza il coinvolgimento di tutta la città (imprenditoriale e non) saremmo arrivati alla fine…avevo proposto che la societa’ potesse mettere a disposizione di chiunque ne fosse interessato il 30/40 per 100(azioni messe in vendita dalla società 10.000) sotto forma di quote azionarie con pagamento dilazionato (acquisto minimo di quote azionarie in numero di 100 con valore di 100 euro ciascuno e con pagamento dilazionato in due volte)…ne avevo parlato con alcuni amici che ne erano favorevoli, anzi avevano proposto che si potessero unire più persone per effettuare l’acquisto e che una fosse partecipe alle riunioni societarie!Cosa ho ricevuto?Prese in giro e contestazioni… bene anche se a malincuore il tragico destino è sopraggiunto!

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