Il passaggio alla Città metropolitana di Catania? Tutto fermo: Gelensis scrive a Musumeci

 
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Una protesta del comitato Gelensis Populus

Gela. In una città in crisi, la politica sembra aver messo nell’angolo del dimenticatoio anche la tano cavalcata battaglia per il passaggio alla Città metropolitana di Catania. Sono nuovamente gli esponenti del comitato Gelensis Populus a chiedere che si faccia chiarezza. Hanno già deciso di scrivere al neo presidente della Regione Nello Musumeci e al suo vice Gaetano Armao, che in tempi non sospetti la giunta Messinese aveva scelto come legale di fiducia per opporsi al mancato passaggio proprio alla Città metropolitana di Catania. In teoria, quindi, quello di Musumeci dovrebbe essere un governo “amico”.

Il nuovo governo regionale. “Per Gela, Niscemi e Piazza Armerina dovrebbe essere più semplice anche alla luce del semplice fatto che il cambio di guardia al governo è avvenuto in favore di persone, quanto meno, sulla carta, pro passaggio di Gela a Catania – dicono gli esponenti del comitato – sulla base del semplice principio del pieno rispetto della volontà popolare tanto decantato e invocato sotto campagna elettorale. Ed è per questo che, animati da questo nuovo spirito, Gelensis provvederà ad inviare una lettera tanto al vicepresidente della Regione Gaetano Armao, che era stato, peraltro, nominato dalla giunta Messinese legale del Comune per impugnare il suo mancato passaggio alla città metropolitana di Catania, quanto al neo presidente della Regione Nello Musumeci il quale durante la campagna elettorale aveva espresso l’intenzione di voler rispettare la democratica scelta popolare. Una lettera nella quale chiederemo un immediato
incontro alle dette personalità al fine di ripresentare in Assemblea Regionale, previo passaggio in commissione, il disegno di legge che prevede le modifiche territoriali per completare, quanto meno sotto questo aspetto, il passaggio di Gela, Niscemi e Piazza Armerina alla città metropolitana”. Nonostante le “ambizioni” del comitato, il tema, almeno in campagna elettorale, non sembra più quello sul quale puntare.

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