Incidente a Brucazzi, operaio perse tre dita: assoluzioni impugnate in Cassazione

 
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L'area industriale ex Asi di Brucazzi

Gela. Sarà la Corte di Cassazione ad occuparsi di quanto accaduto, ormai nove anni fa, nello stabilimento di un’azienda attiva nel settore dei prodotti in plastica, con sede a Brucazzi. Un ex dipendente, durante una fase di produzione, subì un grave infortunio sul lavoro. Il pistone di un macchinario gli tranciò di netto tre dita di una mano. Nel settembre di un anno fa, per i titolari della società e per il responsabile ci fu l’assoluzione. Cadute le responsabilità che venivano addebitate alla stessa società. I giudici di appello, accogliendo i ricorsi dei difensori (gli avvocati Fabrizio Ferrara e Lorenzo Infantino), hanno disposto l’assoluzione di Emanuela Avellino, Roberto Sola e Calogero Attardi. Una decisione che la procura generale ha deciso di impugnare. L’accusa, anche in secondo grado, aveva concluso chiedendo la condanna ad otto mesi, così come già deciso dal giudice del tribunale di Gela.

In appello, l’istruttoria è stata riaperta, con una perizia tecnica. Per la procura generale, l’assoluzione non è condivisibile e ritengono “contradditoria” la motivazione. Molto ruota intorno agli aspetti tecnici, che hanno caratterizzato l’istruttoria, sia in primo che in secondo grado. Per le difese, non ci fu alcuna irregolarità nell’adozione delle misure di sicurezza, ma l’infortunio fu dovuto ad una scelta non corretta del lavoratore. L’operaio, nel procedimento, è parte civile con l’avvocato Riccardo Balsamo, che anche in appello ha concluso per la condanna. Secondo il legale dell’ex lavoratore dell’azienda, non vennero rispettate le precauzioni previste, anche nella gestione del macchinario, che poi causò il ferimento, con gravi ripercussioni. Periti e consulenti concentrarono le attenzioni sul macchinario, con conclusioni per la procura generale non accoglibili, visto che si trattava di un sistema che già in giudizio fu definito solo “gemello”. Con il ricorso in Cassazione, saranno i giudici di legittimità ad esprimersi sulla decisione della Corte d’appello di Caltanissetta.

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