Indagine su ex cantieri “Agroverde”, irregolarità nello smaltimento inerti: ammesse parti civili

 
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Le aree dell'ex polo "Agroverde" mai partito

Gela. Sono state ammesse come parti civili. Il giudice Martina Scuderoni ha definitivamente accolto le costituzioni avanzate dalle associazioni “Aria Nuova” e “Amici della Terra”, che segnalarono anni fa le possibili irregolarità nello smaltimento di rifiuti speciali e inerti nelle aree dell’ex cantiere “Agroverde”, sorto per un polo agro-fotovoltaico rimasto poi lettera morta. Gli avvocati Joseph Donegani e Gaetano Purpura, in rappresentanza delle associazioni, avevano già spiegato che lo scopo statutario è proprio quello volto alla tutela del territorio. L’iniziativa era stata messa in discussione dai difensori degli imputati, che hanno voluto avere un termine per esaminare le ragioni delle associazioni. Oltre alla costituzione delle due associazioni locali, presiedute da Saverio Di Blasi ed Emanuele Alabiso, è stata ammessa quella del Wwf Sicilia Centrale, con il legale Salvatore Patrì. Sono a processo, Stefano Italiano, già allora presidente della cooperativa “Agroverde”, l’imprenditore Emanuele Mondello, che con la sua azienda si occupò della prima fase del cantiere, e Ivano Ruscelloni, ex direttore dei lavori. Sarebbe stato violato il testo unico ambiente, con gli inerti usati come sottofondo stradale, senza smaltirli in impianti autorizzati. Inoltre, sarebbero stati ammassati in aree non idonee.

Dalle indagini, è emerso che Italiano, stando alle accuse, avrebbe omesso di consegnare ai tecnici di Arpa la documentazione necessaria per ricostruire le modalità di gestione degli inerti. I cantieri di quello che doveva essere l’ambizioso progetto “Ciliegino” partirono per poi essere fermati. Il maxi investimento sull’agro-fotovoltaico non ebbe più le basi per andare avanti. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Angelo Fasulo, Giuseppe D’Aleo e Fabio Fargetta.

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