“L’Ici sulle piattaforme va pagata”, la Cassazione dà ragione al Comune di Termoli: adesso tocca a Gela?

 
0

Gela. Dopo Pineto, Termoli e poi Gela? I giudici della sezione tributaria della Corte di Cassazione hanno annullato le decisioni delle commissioni tributarie

che escludevano il pagamento dell’Ici sulle piattaforme Edison lungo la costa del comune di Termoli, in Molise.

Ad impugnare le decisioni è stato lo stesso legale scelto dalla giunta. Circa quindici milioni di euro, per il periodo ricompreso tra 2007 e 2010, rivendicati dall’amministrazione comunale molisana. Adesso, sono state pubblicate le motivazioni dei giudici romani che hanno accolto, rinviando nuovamente a quelli di merito, i ricorsi presentati dall’avvocato Ferdinando D’Amario, lo stesso legale scelto dal sindaco Domenico Messinese e dall’assessore al bilancio Fabrizio Morello per impugnare i verdetti delle commissioni tributarie, provinciale e regionale, favorevoli ad Eni che non ha versato l’Ici sulle piattaforme presenti lungo la costa locale. In sostanza, sia nel verdetto emesso a febbraio per le piattaforme presenti nel mare di Pineto sia in quello relativo al comune di Termoli, i giudici di cassazione ribaltano le pronunce favorevoli alle multinazionali del settore estrattivo che, fino ad ora, erano riuscite ad evitare il pagamento di tributi come l’Ici, legati proprio alla presenza delle loro piattaforme sulle coste, comprese quelle gelesi. “E’ un nuovo verdetto molto importante – spiega l’assessore Fabrizio Morello – per questa ragione, l’amministrazione comunale ha deciso di non rinunciare ai ricorsi in Cassazione già presentati proprio dall’avvocato D’Amario che sarà in città nei prossimi giorni per seguire alcune udienze in commissione tributaria”. Sia nel caso del comune abruzzese di Pineto che in quello di Termoli, le questioni verranno nuovamente valutate dai giudici di merito, seguendo però quanto indicato dalla Cassazione. Rispetto ai ricorsi legati sulle piattaforme presenti lungo la costa locale, invece, in ballo, c’è un introito possibile per le casse del Comune di almeno tre milioni e mezzo di euro. Tanto, infatti, dovrebbe versare il gruppo Eni per coprire i costi Ici dal 2003 al 2008. Sia la commissione tributaria provinciale di Caltanissetta sia quella regionale di Palermo, però, hanno accolto i ricorsi presentati dai legali di Eni ed Enimed e, quindi, almeno per il momento, niente Ici milionaria nelle casse del municipio. Le prime richieste, con l’emissione delle cartelle esattoriali, giunsero dopo uno studio e la relativa interrogazione dell’ex consigliere Pd Giacomo Gulizzi. Tra i nodi principali da sciogliere, c’è sicuramente quello dell’accatastamento delle piattaforme. “Le piattaforme petrolifere – si legge nella sentenza emessa a febbraio sul caso Pineto – sono soggette ad Ici e sono classificabili nella categoria D/7, stante la riconducibilità delle stesse al concetto di immobile ai fini civili e fiscali, alla loro suscettibilità di accatastamento e a produrre un reddito proprio in quanto la redditività deve essere riferita allo svolgimento di attività imprenditoriale-industriale e non alla diretta produzione di un reddito da parte della struttura. In mancanza di rendita catastale – aggiungono i giudici – la base imponibile delle piattaforme, classificabili nella categoria D/7, è costituita dal valore di bilancio, cioè in base al valore costituito dall’ammontare, al lordo delle quote di ammortamento, che risulta dalle scritture contabili”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here