La droga spacciata in città, uno degli indagati contesta le accuse: coinvolto nel blitz “Parenti serpenti”

 
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Gela. Ha lasciato la città dopo aver ricevuto un divieto di dimora legato all’inchiesta “Parenti serpenti”. Respinte le accuse. Filippo Sciandrello, però, si è rivolto ai giudici del riesame di Caltanissetta per chiedere l’annullamento dei provvedimenti a suo carico. E’ stato il difensore di fiducia, l’avvocato Giovanni Cannizzaro, a proporre riesame. L’indagato venne raggiunto dal provvedimento firmato dai magistrati della procura che hanno coordinato l’inchiesta mentre si trovava fuori dall’Italia. Inizialmente, fu dichiarato irreperibile. Dopo alcuni giorni, però, si presentò al commissariato di polizia di via Zucchetto. Secondo le accuse, avrebbe fatto parte di un giro di droga e furti. La difesa, però, ha contestato il contenuto dell’ordinanza. L’indagato, peraltro, venne assolto a conclusione di un procedimento penale scattato dopo la scoperta di un presunto scambio di droga lungo la statale 117 bis Gela-Catania. Venne dimostrata la sua estraneità allo scambio. In quell’occasione, i militari della guardia di finanza sequestrarono circa 5 chili d’hashish. Proprio questi fatti, secondo gli inquirenti, dimostrerebbero il ruolo svolto dall’indagato. Così, la difesa ha utilizzato il verdetto d’assoluzione proprio per escludere qualsiasi responsabilità da parte di Sciandrello. Spetterà ai giudici del riesame emettere un provvedimento.

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