La morte di Giudice, Farruggia: “In ospedale gravissime carenze impensabile che non ci fosse posto”

 
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Francesco Giudice è morto in astanteria al "Vittorio Emanuele"

Gela. “Una situazione che va al di là di ogni tolleranza”. Il consigliere comunale del Movimento cinque stelle Virginia Farruggia ritiene che la morte del trentasettenne Francesco Giudice sia stata la conseguenza di inefficienze e tagli costanti alla sanità locale. Già quando presiedeva la commissione consiliare sanità, la grillina aveva più volte posto la questione del depotenziamento delle strutture sanitarie locali. “E’ raccapricciante leggere la relazione del direttore generale dell’Asp di Caltanissetta Alessandro Caltagirone, che ripercorre passo dopo passo l’interminabile viaggio di Francesco che lo ha condotto alla morte. Non voglio entrare nel merito della vicenda perché saranno gli organi competenti ad esprimersi in tal senso, e spero lo facciano al più presto, ma è giusto ribadire oggi che la salute e la cura dei cittadini devono tornare ad essere al centro delle scelte politiche, piuttosto che essere i cittadini a subire le scelte peggiori a beneficio solo di una politica troppo ripiegata su se stessa – dice la grillina – è inaudito che un paziente, con sospetta emorragia, sia trasferito, con urgenza, nell’unità operativa di gastroenterologia del “Maddalena Raimondi” di San Cataldo, particolarmente attrezzato per interventi chirurgici all’addome e che subito dopo l’operazione, venga messo nuovamente in un’ambulanza, durante la fase post operatoria per mancanza di posti letto. Ma la cosa ancora più inaudita è che lo stesso arrivi nella struttura ospedaliera di Gela e sempre per mancanza di posti letto sia lasciato in astanteria. Così, è finita la giovane vita di Francesco, in astanteria, quel parcheggio di barelle senza dignità e senza privacy, sotto gli occhi pietrificati delle decine di persone depositate tutte insieme in attesa, codici gialli, rossi, bianchi e verdi”.

Un sistema sanitario sempre più in difficoltà. “E’ impensabile che due strutture ospedaliere non si siano messe in contatto, prima di spostare un paziente così grave, per accertarsi che ci fosse un posto libero per accoglierlo e curarlo al meglio. E’ impensabile che non si sia fatto posto ad un paziente in piena fase post operatoria in terapia intensiva e che vada incontro a due arresti cardiaci prima di arrivare nel reparto. La sanità della provincia di Caltanissetta – continua – è letteralmente al collasso e presenta problemi patologici che, nonostante l’arrivo del nuovo direttore generale, sono rimasti irrisolti. In particolare, il presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele” ha subito negli anni un declassamento ingiustificato che ha visto la chiusura di alcuni reparti e la mancata apertura di altri, previsti dalla nuova rete ospedaliera. Il tutto ovviamente con pesanti ricadute sull’utenza, che come sappiamo, vive e subisce problematiche in una zona ad alto rischio ambientale. Presenta una gravissima carenza di posti letto in rianimazione, per i malati gravi che necessitano di terapia intensiva post-operatoria, quindi costretti per forza maggiore e con grande difficoltà ad essere gestiti ed assistiti dagli infermieri del gruppo operatorio, spesso in astanteria, come accaduto al povero Francesco, in attesa che si liberi un posto letto in corsia”. Cause di una morte che vanno valutate, ma la sanità locale sconta le conseguenze di tagli troppo pesanti.

1 commento

  1. Se neanche questo caso cosi grave fa risvegliare il popolo gelese che deve scendere in piazza massicciamente per protestare nei confronti di una politica vergognosa e incapace che mette pure a rischio l incolumità dei suoi cittadini:
    Allora al peggio non c e fine

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