La presunta estorsione agli imprenditori gelesi, niente riesame per i due sindacalisti accusati

 
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Immagini di repertorio

Siracusa. Non si rivolgeranno ai giudici del tribunale del riesame di Catania. E’ questa la strategia adottata dai legali di difesa di Roberto Getulio e Marco Faranda, i due sindacalisti siracusani accusati di aver tentato di estorcere denaro agli imprenditori gelesi del consorzio Synergo. Per l’accusa, avrebbero preteso soldi per garantire la “pace sociale” dopo che il consorzio gelese ha rilevato le attività della Set impianti nei siti industriali siracusani. I difensori dei due indagati sono convinti di aver fornito tutte le necessarie spiegazioni. I sindacalisti, fermati dai poliziotti della mobile in possesso di circa tremila euro ciascuno, hanno spiegato che quei soldi (solo una parte di un ammontare complessivo da 30 mila euro) sarebbero stati versati per coprire i primi acconti in favore dei lavoratori assorbiti dall’azienda gelese.

Negli scorsi giorni gli ormai ex segretari provinciali dei metalmeccanici di Fim e Uilm hanno lasciato il carcere e sono stati posti agli arresti domiciliari. L’indagine si è allargata anche ad un altro sindacalista, il segretario della Fiom Antonino Recano, che però non è sottoposto ad alcuna misura.

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