Le mamme “No Muos” al Vaticano, ma i civili protestano: 150 posti a rischio

 
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Gela. La protesta No Muos si sposta al Vaticano. Le mamme di Niscemi e gli attivisti hanno deciso di farsi sentire proprio domenica in piazza San Pietro a Roma, dove in occasione dell’Angelus esporranno uno striscione con la scritta : «Anche noi veniamo dalla fine del mondo».

 

Intanto non cala la tensione davanti ai cancelli della base Usa di Niscemi, dove le «Mamme No Muos» hanno intensificato i presidi per impedire il passaggio di operai e militari americani. Ieri mattina nessun convoglio si è presentato in contrada Ulmo. Il consiglio comunale si è riunito mercoledì sera in seduta straordinaria per sostenere le iniziative del sindaco e della giunta, anche loro uniti alla protesta pacifica del Vaticano.

Lunedì, la delegazione di amministratori e consiglieri si recherà davanti a Palazzo Chigi per chiedere un intervento del governo centrale affinchè blocchi definitivamente il Muos. La rabbia è cresciuta in questi giorni perchè i video di alcuni reporter free-lance hanno documentato la ripresa dei lavori di costruzione dei radar, smentendo le rassicurazioni del console americano e del governo regionale. Per gli americani si tratta solo di lavori preparatori già concordati. Le grandi parabole non sono state ancora installate, in attesa degli accertamenti delle autorità sanitarie sul reale livello di pericolosità dei campi magnetici del Muos.

Intanto spunta anche un risvolto occupazionale. Circa 150 lavoratori civili rischiano di perdere il lavoro. La denuncia arriva dalla Uiltucs, che si è schierato in difesa di circa 150 lavoratori civili in forza presso il dipartimento NavComTelsta (Naval Computer and Telecommunications Station) della Base Usa di Sigonella. L’organizzazione sindacale non ha voluto ovviamente entrare nel merito della decisione del governo regionale di revocare l’autorizzazione per il completamento del sistema di comunicazione satellitare di contrada Ulmo.

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