Le ultime ore di Orazio Sotti, in aula sentiti gli amici che lo videro

 
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Orazio Sotti ucciso a Fondo Iozza

Gela. In aula, davanti ai giudici della Corte di assise di Caltanissetta, sono state ripercorse, nuovamente, le ultime ore di vita dell’allora ventiduenne Orazio Sotti, ucciso a colpi di pistola, nel dicembre di diciotto anni fa, nei pressi della sua abitazione di Fondo Iozza. I giudici hanno disposto l’esame di dieci testimoni (e altrettanti ne verranno sentiti già nelle prossime ore), nel tentativo di chiudere entro marzo l’istruttoria dibattimentale. Alcuni di quelli ascoltati, compresi parenti e amici, hanno ribadito di aver visto il giovane, quella sera, nella zona dei locali sul lungomare Federico II di Svevia. Poche ore dopo, sarebbe stato trovato cadavere a Fondo Iozza. Per l’accusa, sostenuta in aula dal pm Eugenia Belmonte, ad ucciderlo sarebbero stati i fratelli niscemesi Giuseppe e Salvatore Cilio, a giudizio con l’accusa di omicidio. Sotti, infatti, avrebbe intrattenuto relazione sentimentali con le fidanzate dell’epoca dei due imputati.

L’omicidio. Uno “sgarro” pagato con la vita. I testimoni hanno risposte alle domande anche dei difensori dei fratelli Cilio, gli avvocati Salvo Macrì e Luigi Cinquerrui, intenzionati proprio a ricostruire quel lasso di tempo. In aula, un ex collega del giovane ha ripercorso alcune sue frequentazioni. In giudizio, come parti civili, ci sono i familiari della vittima, rappresentati dagli avvocati Giuseppe Cascino e Francesco Minardi.

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