Maltrattamenti e morti sospette, atti su strutture Biondi trasmessi a Caltagirone

 
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Gela. La competenza è dei giudici di Caltagirone. Così si è espresso il gup del tribunale rispetto ad uno dei filoni di indagine partito da presunti maltrattamenti e violazioni ricostruite in centri riferibili all’imprenditore Pietro Biondi, avviati sul territorio locale e in Comuni limitrofi. Questa mattina, il giudice dell’udienza preliminare ha disposto che gli atti vadano trasmessi ai magistrati calatini. Le verifiche degli investigatori portarono ad approfondire anche casi sospetti di morti tra gli anziani ospiti di strutture riconducibili alle cooperative dell’imprenditore (che operò in città con appalti di enti pubblici). Le indagini toccarono diciotto persone. Altre due costole processuali sono scaturite dall’inchiesta e attualmente gli imputati ne rispondono davanti al collegio penale del tribunale locale. Il procedimento odierno, in udienza preliminare, seguirà un percorso differente, almeno sul piano della competenza territoriale. Le difese avevano sollevato anche altre questioni ma è prevalsa quella che porterà gli atti a Caltagirone. Per casi di morti sospette si ipotizza l’omicidio, perché gli operatori avrebbero omesso di contattare specialisti per valutare le effettive condizioni di salute di alcuni ospiti.

Nell’indagine sono coinvolti anche due operatori gelesi. Per gli inquirenti, ci sarebbero state somministrazioni di farmaci senza prescrizioni mediche ed effettuate da personale non abilitato a farlo. Uno dei filoni d’indagine si concentrò invece sulla gestione dell’ex centro per migranti di Manfria, che venne ricavato nella struttura di villa Daniela, poi completamente distrutta da un incendio. Anche in quel caso ci sarebbero state frodi e irregolarità.

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