Maxi evasione fiscale alla Emi, l’ex consigliere comunale si difende: “Ero solo un dipendente”

 
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Gela. Avrebbero evaso imposte come Ires e Iva per circa un milione di euro. L’imputato si difende. A giudizio, sono finiti due ex rappresentanti dell’azienda metalmeccanica Emi, per anni impegnata nell’indotto della fabbrica Eni. Le accuse si sono concentrate contro Paolo Lizzio e Grazio Trufolo, a sua volta già assessore e consigliere comunale. Gli accertamenti vennero effettuati dai militari della guardia di finanza nel corso di una più vasta indagine che riguardò proprio il gruppo aziendale dei due imputati. “Non sono mai stato un amministratore della Emi – ha spiegato in aula lo stesso Trufolo sentito davanti al giudice Ersilia Guzzetta – mi occupava esclusivamente delle gare d’appalto e delle commesse in qualità di responsabile commerciale”. L’imprenditore ha risposto alle domande formulate dal suo legale di fiducia. Stando all’imputato, i conti del gruppo sarebbero stati tenuti da un apposito ufficio. Trufolo, inoltre, sarebbe stato licenziato dalla Emi già nel 2007 quando lo stesso gruppo perse i contratti d’appalto all’interno dello stabilimento Eni. Intanto, il giudice Guzzetta ha deciso di rinviare al prossimo 26 giugno per sentire altri testimoni. Dichiarazioni spontanee potrebbero essere rilasciate da Paolo Lizzio, difeso dall’avvocato Joseph Donegani. A rappresentare Trufolo, invece, è l’avvocato Antonio Impellizzeri.

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