“Mi candiderò al consiglio comunale”, Incardona: “Greco? Ha il pieno diritto di ripresentarsi”

 
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L'assessore Salvatore Incardona

Gela. “Un quadro politico per ora veramente difficile da interpretare”. Lo scenario piuttosto caotico che sta prevalendo in preparazione delle amministrativi di inizio giugno, chiaramente si percepisce pure a Palazzo di Città, tra le fila della giunta del sindaco Lucio Greco. “Fuori dal centrodestra? Non mi sento fuori da nulla – spiega l’assessore Salvatore Incardona – se parliamo di centrodestra, al momento ci sono almeno tre diversi blocchi. Io mi rivedo in quest’area e devo dire che rispetto a cinque anni fa, quando ero ancora all’esordio nella politica attiva, ora ho avuto diverse richieste, sia da gruppi di centrodestra sia da compagini che si rifanno al centrosinistra. Sicuramente, sarò candidato al consiglio comunale”. Quella della corsa per il civico consesso è una delle certezze dell’assessore, che però non sembra escludere nulla neanche rispetto al sindaco Lucio Greco. “Non si è ancora espresso ufficialmente su una possibile ricandidatura – continua – una delle prime regole della politica vuole che il sindaco uscente abbia il pieno diritto di ricandidarsi, se non addirittura l’obbligo morale e appunto politico. Non mi sento di escludere nulla”. Incardona ha invece già ben chiaro il suo proposito elettorale per le europee. “Sosterrò l’assessore regionale Marco Falcone – conclude – mi convince politicamente e c’è un rapporto di amicizia ben saldo”.

Non sono mancati gli incontri tra l’attuale assessore della giunta Greco e il forzista che fa parte del governo Schifani. Incardona e l’altro assessore comunale, Romina Morselli, più volte si sono confrontati con Falcone, che è un loro riferimento nel campo del centrodestra. Quello che è stato lo “zoccolo duro” della giunta Greco non ha ancora trovato una collocazione precisa per le amministrative. Le decisioni del primo cittadino, ad oggi messo fuori dalla rosa dei papabili per il centrodestra ufficiale, potranno incidere anche su ciò che faranno i suoi attuali assessori, soprattutto quelli che non hanno direttive di partito.

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