Morto a 13 anni, la tragica fine di Angelo Giovane: dal gup lo scooterista accusato

 
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Angelo Giovane era in sella alla sua bici elettrica

Gela. In sella al suo scooter, nel giugno dello scorso anno, avrebbe causato la caduta poi rivelatasi fatale per la vita del tredicenne Angelo Giovane, morto per le conseguenze dell’incidente. Dopo la chiusura delle indagini, è stata fissata l’udienza preliminare nei confronti dell’unico coinvolto per quei fatti. Lo scooterista individuato dagli investigatori deve rispondere di omicidio stradale. Pare che conoscesse Angelo Giovane, ma non si sarebbe fermato a prestare i soccorsi, nonostante il presunto urto tra il suo scooter e la bici elettrica della vittima. Gli accertamenti condotti dagli investigatori si concentrarono su alcune immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza della zona. Sarebbero state decisive nel riprendere il possibile impatto. Gli investigatori sono certi che fu decisivo. Il tredicenne, così, avrebbe perso il controllo, finendo a terra. Inizialmente, avrebbe cercato di rialzarsi, ma le conseguenze si fecero sentire. Per lui, non ci fu nulla da fare. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo giugno. L’imputato è difeso dall’avvocato Carmelo Tuccio. Gli sviluppi dell’indagine si sono concentrati nelle settimane successive all’incidente.

Inizialmente, sembrava che l’accaduto potesse essere accidentale, dovuto a cause autonome. In realtà, secondo gli inquirenti, la caduta di Angelo Giovane sarebbe stata determinata dall’urto tra lo scooter e la bici elettrica, lungo un tratto di via Recanati. La famiglia Giovane attende l’avvio dell’udienza preliminare, rappresentata dall’avvocato Tommaso Vespo, che ha anche seguito gli sviluppi dell’inchiesta, condotta dai pm della procura. Gli accertamenti, anche nell’immediatezza dei fatti, vennero effettuati dalla municipale.

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