Niscemi, la morte: segni, simboli e riti nella cultura occidentale

 
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Niscemi. Domenica alle 12, nella sala “Adunanze” della Chiesa “Sacro cuore” di cui è parroco don Giuseppe Cafà, sarà inaugurata una mostra fotografica sul tema “”La mortesegni, simboli e riti nella cultura del mondo occidentale”. 

La rassegna, a cura della associazioni “Rastri” e “Arci”, comprende fotografie di cimiteri di tutta l’Europa scattate da Totò Ravalli, Pino Stimolo e Marco Stimolo, mentre il Prof. Nunzio Pardo relazionerà sull’aspetto antropologico.

Nella mostra, sono trattati antropologicamente i segni, i simboli ed i riti di cimiteri cattolici, ebraici ed acattolici.

L’idea della mostra è scaturita dalla considerazione del fatto che la civiltà occidentale, ha una ridotta familiarità con l’idea della morte ed al punto tale che la considera interferente con l’attività dei vivi e fino alla stabilizzazione del sentimento del successo, del benessere e della salute.

Le associazioni organizzatrici della rassegna hanno scelto volutamente la Chiesa “Sacro cuore” per l’allestimento della mostra che sarà visitabile per una settimana, per evidenziare  il cambio gestionale della chiesa con l’arrivo del nuovo parroco don Giuseppe Cafà, il quale è stato disponibile affinché la rassegna potesse essere ospitata nella Parrocchia “Sacro cuore”. 

Le associazioni “Rastri” e “Arci”, hanno ritenuto più opportuno organizzare d’ora in poi iniziative culturali al di fuori delle sedi istituzionali di sempre.

E ciò per fare in modo che le iniziative culturali possano determinare  “maggiori frutti in rapporto alla quantità del seminato”  ed essere valorizzati altri spazi espositivi come chiese, scuole, piazze, locali privati ed anche strade ad alto transito pedonale e veicolare situate nei quartieri periferici della città.

“E’ opportuno allestire le mostre”, scrivono le associazioni Rastri” ed Arci, “dove crediamo che possa esserci una maggiore necessità di promuovere tali eventi con l’idea di sensibilizzare sempre più una maggiore quantità di cittadini, soprattutto giovani ed in modo tale che non restino esclusi dal circuito culturale”.

                                                                                                   

 

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