“Non condivido ricorso al Tar…responsabili? Apertura valida”, Cascino: “Basta parole servono fatti”

 
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Cascino è contrario alla scelta del ricorso al Tar

Gela. “Non sono assolutamente d’accordo con il ricorso al Tar sulla vicenda dei fondi del Patto per il Sud, la scelta andava concertata con la maggioranza. L’apertura del consigliere Iaglietti ai responsabili? Non è da sottovalutare”. Il consigliere comunale Vincenzo Cascino, che fino ad oggi non si è mai tirato indietro dall’esprimere giudizi aspri sull’operato della giunta comunale (che sostiene), traccia un quadro di inizio anno dell’alleanza, che va comunque ancora “registrata”. “Il governo regionale ha concesso centoventi giorni per la presentazione dei progetti cantierabili – dice ancora – non capisco perché il sindaco abbia deciso di andare incontro ad un gruppo, piuttosto che ascoltare tutti gli alleati. Dovrebbe invece vigilare con molta più attenzione sull’operato dei settori, assicurandosi che i progetti vengano presentati entro la scadenza fissata dalla Regione, che inevitabilmente sarà ancora più rigida, soprattutto dopo il ricorso”. Cascino, anche se non usa parole esplicite, pensa ad una notevole influenza politica del Pd su Greco. I dem, fin dal primo momento, hanno spinto per ricorrere al Tar, contro il definanziamento dei trentatré milioni di euro del Patto per il Sud. Il consigliere, che in questa fase pur essendo tesserato di DiventeràBellissima sta proseguendo l’esperienza in municipio da “civico”, sembra in ogni caso far parte di un’area critica dell’alleanza pro-Greco. “La responsabilità alla quale si è appellato il consigliere Iagletti – aggiunge – non va interpretata nell’ottica dei posti in giunta o di un rimescolamento politico. Serve invece a creare le basi per un’azione amministrativa, che magari possa essere condivisa anche da una parte dell’opposizione. Va nell’interesse della città. Non si può proseguire solo con le parole, senza fatti”. L’ex capogruppo di DiventeràBellissima guarda anche ad un confronto in maggioranza, chiesto da più parti (al momento “anestetizzato”), e punta su un dialogo con Eni.

“Il protocollo del 2014 va verificato – prosegue – serve assicurare i livelli occupazionali, almeno toccando i numeri del 2014. Le conseguenze economiche sono sotto gli occhi di tutti. C’è un effetto domino, che alla perdita dei posti di lavoro fa corrispondere la crisi di tante attività commerciali e artigianali. I manager di Eni hanno spiegato di voler investire e allora l’amministrazione comunale, anche con un tavolo istituzionale, deve rilanciare su infrastrutture fondamentali e su impegni concreti per la città. Non possiamo ancora assistere allo spopolamento di un territorio che ha bisogno di un Progetto per Gela. Eni ha sbagliato in passato e adesso sembra intenzionata a contribuire. Sono strategici interventi sul sistema portuale e sul rilancio del circuito turistico. Bisogna creare un filo diretto con i ministeri e vigilare sugli investimenti. Non ci sono altre possibilità”. Greco dovrà rispondere alle tante istanze di una maggioranza, politicamente ancora troppo sfaccettata, in attesa della trattazione di un altro ricorso al Tar, quello presentato dalla coalizione di centrodestra, sconfitta alle scorse amministrative.

4 Commenti

  1. Il ricorso a Tar andava fatto subito dopo il 30 ottobre e non ora per accontentare il PD che già è in campagna elettorale per di Cristina alla regione.

  2. Giustamente, aprire il protocollo Eni e rilanciare l’economia di Gela, perché non si avvia l’iter delle bonifiche e di conseguenza l’occupazione dei tanti operai e manovalanza locale?

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