“Non è un’operazione nostalgia”, il Pci ritorna in città: “Per rappresentare chi è ai margini”

 
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Gela. La centralità del lavoro e delle periferie, la vicinanza a chi sta ai margini e non ha veri mezzi di sostentamento. “Nessuna operazione nostalgia” ma il tentativo di costruire un gruppo locale che riporti in auge una vera sinistra, non quella moderata e centrista, oggi incarnata anche dal Pd. Il Partito comunista italiano mette radici in città e lo fa con l’iniziativa di Salvatore D’Arma, storico rappresentante della sinistra locale. Questa mattina, alla costituzione ufficiale del Pci locale, era insieme al segretario Nuccio Vacca e al segretario regionale Marco Filiti. Al tavolo, in bella mostra, una kefiah a sostegno della causa palestinese. Si tenterà di presentare una lista comunista anche in città. “Comunque, ci saranno dei candidati”, è stato riferito. L’interesse prevalente non è solo quello elettorale. Il Pci vuole fungere da perno di una sinistra che in città si è spostata verso il centro. Non è sfuggito il richiamo alla questione dei lavoratori di ogni settore, da quelli del sito industriale e fino a coloro che sono stati tagliati fuori dal mercato e che non hanno più neanche il supporto del reddito di cittadinanza. In sala, c’erano diversi esponenti locali di estrazione comunista, l’avvocato Paolo Cafà (del laboratorio “PeR”), Emanuele Amato, Alfio Agrò e Luciana Romano. Il Pci locale è pronto a dialogare con le espressioni del centrosinistra, anche in vista delle prossime scadenze.

Il Partito comunista si porrà come bastione di una sinistra che in città ha perso terreno e che vorrebbe riprendere quota. Sono circa duecento i simpatizzanti e la fase di tesseramento è aperta.

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