Panificio incendiato, Cascino ammette i roghi: “Ma nessun tentativo di estorsione”

 
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Il panificio è stato dato alle fiamme in due diverse occasioni

Gela. Ha ammesso di aver danneggiato l’attività commerciale dei fratelli Castellano, in via Legnano, ma ha negato l’estorsione. Questa mattina, Salvatore Cascino, un ex panificatore, è stato sentito dal gip del tribunale, Roberto Riggio. E’ accusato di due incendi, che hanno colpito il panificio “Castellano”, ma anche di tentata estorsione. Difeso dall’avvocato Maurizio Scicolone, il quarantenne ha spiegato di aver appiccato le fiamme al panificio, anche usando una bombola gpl, perché molto contrariato dal diniego dei titolari di vendergli materie prime per la produzione. Da poco, avrebbe lasciato una comunità terapeutica, senza proseguire la cura farmacologica. Così, praticamente scompensato, avrebbe deciso di sfogare la sua ira contro il panificio. Ha invece escluso di aver imposto agli esercenti di acquistare un immobile di sua proprietà, nella zona di via Recanati, dove in passato aveva avviato un’attività di panificazione. Anzi, avrebbe confermato, anche al gip, che aveva l’intenzione di rimettersi a lavorare nel settore e sarebbe stato lui a dire di no alla richiesta degli esercenti, che pare fossero interessati a rilevare il suo immobile. La procura ha chiesto la piena conferma della detenzione in carcere.

L’inchiesta, avviata a seguito dei roghi, è coordinata dal sostituto Antonio Scuderi. L’arresto di Cascino è stato eseguito dagli agenti del commissariato. La difesa sembra intenzionata a rivolgersi al tribunale del riesame. Il legale dell’indagato esclude la sussistenza dei presupposti, soprattutto per la tentata estorsione.

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