“Parere revisori apre voragine etica”, Di Cristina: “Greco si interroghi, ha tradito gli elettori”

 
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Di Cristina e Arancio

Gela. Sarà l’assemblea provinciale del partito, che si terrà in città a metà novembre, a decidere sulle dimissioni già annunciate. Per il segretario Peppe Di Cristina si apre un periodo di riflessioni e di confronto interno al gruppo, cittadino e provinciale. Una cosa è certa, non ci sarà nessuna uscita di scena, dopo la mancata conquista del seggio all’Ars. “La mia coerenza, con quasi quattromila voti ottenuti, mi porta a proseguire – spiega – sulle mie dimissioni, che mi sono subito sembrate come un atto dovuto rispetto all’esito delle regionali, deciderà l’assemblea. Sicuramente, proseguo il mio impegno nella città dove ho scelto di vivere. Continuo con il mio lavoro ma non lascio la politica”. Di Cristina ha dovuto cedere il passo, in una corsa elettorale decisasi solo all’ultimo miglio. Ha prevalso il sindaco di Mussomeli Giuseppe Catania, ora deputato di Fratelli d’Italia. “Ho ottenuto più voti di Arancio, che cinque anni fa permise al Pd di avere il seggio all’Ars – dice ancora – sono stato il candidato più votato nel sud della provincia. E’ vero, in città, dove ho ottenuto più di 1.600 voti, avrei dovuto fare di più. Bisogna fare autocritica e sono il primo a farla. Negli altri Comuni della provincia siamo stati sempre tra i primi tre partiti. In città, invece, questo non è accaduto. Se vincono le forze politiche che sostengono l’inceneritore, che hanno depotenziato la sanità locale e che hanno trasformato Timpazzo in una discarica di tutta la Sicilia, allora significa che abbiamo sbagliato e sono il primo a mettermi in discussione”. Di Cristina è convinto che la svolta possa arrivare da una netta alternativa all’attuale giunta Greco. “Dobbiamo lavorare per un fronte di centrosinistra, che metta insieme le forze civiche che hanno preso le distanze da Greco, il Movimento cinquestelle e quei gruppi che seguono la linea progressista. Se qualcuno pensava di avermi silenziato, sbaglia di grosso. Il Pd – spiega – in tutta la provincia ha chiuso con un risultato elettorale numericamente superiore a quello di cinque anni fa”. Il punto di ripartenza non sarà più quello del 2019 e della coalizione “arcobaleno” che sostenne Greco, con il Pd parte di quell’esperienza politica. “Quello che scrivono i revisori dei conti del Comune nel parere sul bilancio di previsione porta su un crinale preoccupante – dice ancora – riapre una questione morale mai sopita e che va vista a trecentosessanta gradi. Si apre una voragine, anche etica, sulla quale Greco dovrebbe interrogarsi. Il sindaco, lo dico richiamandomi proprio al significato letterale del termine, ha tradito il suo elettorato. Tre anni fa venne scelto perché era alternativo alla destra di Fratelli d’Italia e Lega. Ora, invece, sostiene il neo presidente della Regione, che è il presidente di Fratelli d’Italia e della Lega. Se il sindaco pensa di non aver tradito, si dimetta e si ripresenti all’elettorato”. Il segretario provinciale dem ormai ha messo da parte qualsiasi ipotesi di dialogo con l’amministrazione comunale. “Vorrei capire come farà una maggioranza divisa su tutto ad affrontare questioni come quelle che pone il parere dei revisori dei conti o come quelle che attengono al futuro di questa città – continua – anche Greco dovrebbe interrogarsi e chiedersi se sia effettivamente all’altezza di guidare la città. Invece, il centrosinistra locale deve essere l’alternativa vera alle due destre, a quella gattopardiana che è suddita del nord della provincia e a quella di Greco”. Di Cristina riparte dai temi ed è certo che la giunta dell’avvocato non abbia alcuna possibilità di incidere.

“Si festeggia per la portualità ma il presidente dell’Autorità ha spiegato che ci vorranno almeno tre anni per partire da una sorta di zero quasi assoluto – dice inoltre – a che punto è il Contratto istituzionale di sviluppo? Ci hanno accusati di non conoscere neanche l’acronimo ma fino a prova contraria fu l’allora ministro per il Sud Giuseppe Provenzano a portare la questione in prefettura e a far avanzare tutta la procedura. Vorrei capire a che punto è la pulizia della città? E su Caltaqua cosa ha fatto questa amministrazione comunale?”. L’esponente dem continua sulla stessa scia e intende avere risposte dall’avvocato Greco. “Contano i temi e le risposte concrete – conclude – il sindaco come la pensa sull’inceneritore? Che tipo di visione ha dei rapporti con Eni? Cosa ne pensa delle compensazioni usate per tenere aperta la mostra? Non mi interessa parlare di pancia, spero invece che il sindaco abbia argomenti per rispondere su questi temi”. Di Cristina, indipendentemente dall’esito dell’assemblea provinciale, fa già chiaramente trasparire l’intenzione di continuare ad avere un ruolo attivo nel partito e nella costruzione dell’alleanza per le prossime amministrative. Le scelte “arcobaleno” di tre anni fa, invece, sono ormai relegate al trapassato politico.

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