Pd in piazza, Di Cristina: “Gela come Taranto ma è fuori da dibattito, non si pensi a candidature”

 
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Di Cristina insieme alla delegazione dem con l'ex ministro Paola De Micheli

Gela. Quella di ieri, a Roma, è stata una manifestazione in totale discontinuità rispetto alle attuali politiche del governo Meloni. Il Pd e le opposizioni cercano di costruire un’alternativa netta. In piazza, c’era anche il componente della direzione nazionale dem Peppe Di Cristina. “Abbiamo aderito – dice – perché era importante, inoltre, ribadire che Gela deve avere la stessa rilevanza nazionale di Taranto. Invece, è completamente fuori dal dibattito nazionale. Penso che la città sia simbolo della crisi del Meridione e prova conclamata delle politiche antimeridionaliste dell’attuale governo Meloni”. Di Cristina è in contatto costante con la delegazione parlamentare dem. “Di recente, in parlamento – aggiunge – è stata presentata un’interrogazione su Gela e su ciò che ad oggi non si è mai concretizzato, compreso il Contratto istituzionale di sviluppo. Non abbiamo ancora nessuna risposta. Di questo dovrebbe occuparsi una coalizione in costruzione. Anche a livello cittadino sono questi i temi da affrontare. Assistiamo invece ad una corsa alla candidatura. Confrontiamoci anzitutto su un ospedale in crisi profonda, su una fase di post-industrializzazione senza una vera direzione e ancora sui finanziamenti. Temo seriamente sull’esito degli stanziamenti di “Qualità dell’abitare” e sui fondi Pnrr per lo stadio”. Passaggi, politici e amministrativi, che per l’ex segretario provinciale del Pd non possono essere sottovalutati. “Tutto questo l’ho ribadito in sede nazionale e anche l’interrogazione presentata si colloca in questa direzione – conclude – lavoriamo ad una coalizione forte che sia profondamente alternativa al governo Meloni e a quello Schifani”.

Indicazioni che arrivano, sulla scia della mobilitazione dem (tesa a coinvolgere altre forze dell’ambito progressista e non solo), mentre in città partiti e movimenti d’area stanno cercando di avviare un vero e proprio tavolo permanente, ritenuto necessario non solo dagli stessi democratici ma anche dai grillini e dai civici di “Una Buona Idea” e “Civico lab”.

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