Pedinamenti e minacce a due ambientalisti, denunciarono tutto ma arriva la richiesta d’archiviazione

 
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Gela. Sarebbero stati presi di mira da almeno quattro uomini, rimasti al momento non identificati.

La procura chiede l’archiviazione. Per quei fatti, adesso, la procura chiede l’archiviazione. Si tratta di una vicenda che coinvolse Saverio Di Blasi ed Emanuele Amato, da anni esponenti di associazioni ambientaliste. Nel febbraio di due anni fa, proprio Di Blasi denunciò di essere stato seguito e addirittura speronato dai quattro uomini a bordo di due automobili. Riuscì a fermarli e a denunciare tutto. Sul posto, arrivarono gli agenti di polizia che portarono in commissariato i quattro. Il misterioso gruppo entrato in azione, però, non sarebbe mai stato identificato. E’ quanto emerge dall’opposizione all’archiviazione presentata dal legale di fiducia di Di Blasi, l’avvocato Antonino Ficarra. Il difensore, davanti al giudice delle indagini preliminari, ha chiesto invece che si faccia chiarezza sull’intera vicenda. Dopo la denuncia sporta dall’ambientalista venne aperto un fascicolo per minacce ai danni, però, d’ignoti.

I “misteriosi” fatti di quei mesi. Secondo i magistrati della procura, la mancata identificazione dei presunti responsabili del pedinamento ai danni di Di Blasi non consentirebbe di poter andare avanti nel procedimento penale. Solo qualche giorno prima, anche Emanuele Amato sarebbe stato “avvertito”. Un pneumatico del suo Fiat Doblò venne tranciato di netto da ignoti. Adesso, spetterà al giudice delle indagini preliminari decidere sulle richieste avanzate dalle parti. “Non so chi siano queste persone – dichiarò all’epoca Di Blasi – ma sono mesi che sistematicamente mi accorgo di essere spiato, fotografato e ripreso o seguito con l’auto. La polizia che ho contattato con il telefonino, è riuscita a bloccarli mentre tentavano di fuggire a tutta velocità sullo scorrimento per Licata”. Successivamente, lo stesso Di Blasi presentò una denuncia sui tavoli della guardia di finanza. Un procedimento penale parallelo, comunque, era stato aperto nei confronti di Di Blasi per presunti casi di assenteismo. L’ambientalista è un dipendente comunale.  

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