Rapina a Di Pietro, difese degli imputati hanno concluso: la decisione a fine marzo

 
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Gela. La decisione dovrebbe arrivare a fine marzo. Oggi, i difensori dei due imputati, accusati della rapina ai danni dell’esercente Nunzio Di Pietro, hanno esposto le rispettive conclusioni. La procura ha già indicato la pena a sei anni di reclusione ciascuno per Diego Rinella e Carmelo Ascia. I pm e i poliziotti, lo scorso anno, risalirono a loro, analizzando prevalentemente le immagini dei sistemi di videosorveglianza. Di Pietro venne aggredito subito dopo la chiusura di uno dei punti vendita, a Macchitella. Per gli inquirenti, gli imputati, giudicati con il rito abbreviato, puntavano ai soldi degli incassi che il titolare delle attività aveva con sé. Secondo la ricostruzione dell’accusa, venne colpito pure alla testa. Gli venne portato via ciò che aveva con sé e non soltanto i soldi. Nelle loro conclusioni, gli avvocati Marco Granvillano e Cristina Alfieri hanno posto l’accento, ancora una volta, sull’assenza di elementi certi per contestare il reato di rapina. I due imputati ammisero i fatti ma escludendo di aver agito con violenza. Di Pietro fu costretto al trasferimento in ospedale.

Il procuratore capo facente funzioni Lucia Musti, nel corso della precedente udienza, ha parlato di un’azione violenta pianificata dagli imputati proprio per impossessarsi del denaro. Per i difensori, però, la ricostruzione fornita dall’accusa non collimerebbe con i particolari emersi dal video e su questo hanno insistito. Il giudice Roberto Riggio si pronuncerà al termine della prossima udienza. Di Pietro, assistito dal legale Enrico Aliotta, è già stato sentito per ricostruire l’accaduto.

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