Rischio nucleare a Butera, sindaci convocano riunione: “Progetto assurdo, resisteremo”

 
1
Sindaci contro il deposito delle scorie nucleari

Gela. L’ipotesi che il deposito nazionale di rifiuti nucleari possa trovare collocazione nella zona di Butera, a pochi chilometri da Gela, sta facendo insorgere i sindaci del territorio. Pare sia già stata indetta una prima riunione, con tutti i ventidue primi cittadini della provincia. C’è l’assoluta contrarietà a qualsiasi ipotesi di stoccaggio dei rifiuti nucleari, in un’area già fortemente toccata nel tempo dalla presenza industriale e da quello che ha significato, soprattutto in termini di malattie e danni ambientali. Il sindaco di Butera Filippo Balbo già pensa ad un referendum popolare, per coinvolgere tutta la cittadinanza. “Stiamo studiando le relazioni – ha spiegato – affronteremo la questione in maniera energica, condividendo il percorso, se necessario, con i cittadini. Naturalmente, sono contrariato per il fatto che le istituzioni, e in questo caso il Ministero dello sviluppo economico e quello dell’ambiente, abbiano tenuto massimo riserbo su questa cosa”. Nettamente contrario è il sindaco di Riesi, Salvatore Chiantia. L’area individuata dai tecnici di Sogin, la società pubblica che coordina tutte le attività relative alla gestione dei rifiuti nucleari, è a poca distanza dal suo Comune.

“L’area è a due chilometri da Falconara e da tutta la costa tra Gela e Licata, alla faccia dello sviluppo turistico del nostro territorio – dice Chiantia – se venisse scelta per il deposito, saremmo costretti a chiudere Riesi”. Il primo cittadino riesino richiama le potenzialità di un territorio, dove invece si sta sviluppando un tipo di economia diversa da quella industriale. “Questa è un’area nella quale, in un raggio di appena un chilometro ricadono 1.500 ettari di nero d’Avola, 500 ettari di pescheti e di coltivazioni di albicocche, 300 ettari di uva Italia e black Rose, la tenuta Feudo principi di Butera di Zonin, la Cantina La Vite di Riesi, la tenuta vitivinicola della Cusumano Vini, la tenuta della Corvo duca di Salaparuta, tre dei più grossi stabilimenti di lavorazione della frutta dell’intera Sicilia e tanto altro ancora. Non lo permetteremo mai, perché un progetto di questo tipo significherebbe far morire economicamente, sul piano ambientale e sociale il nostro territorio. Resistere, resistere e ancora resistere. Questa è una brutta notizia per il nostro territorio, per la nostra economia e per la nostra società. E’ assurdo, non lo possiamo permettere. La Sicilia è terra denuclearizzata”.

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here