Schianto sulla 626, morti Scalzo e Danese: eseguita misura detentiva per il condannato

 
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Lo scontro mortale su un tratto della 626

Gela. La scorsa settimana, la condanna a cinque anni e quattro mesi di detenzione è diventata definitiva. È stato eseguito dai poliziotti del commissariato il provvedimento di carcerazione per il giovane che era alla guida della vettura, sbandata lungo un tratto della statale 626 Gela-Caltanissetta causando il decesso del sedicenne Angelo Scalzo, che viaggiava sull’automobile, e dell’ambulante riesino Giuseppe Danese, che faceva rientro a casa alla guida della sua utilitaria. Feriti anche la sorella di Scalzo e un altro giovane. Avevano sostenuto l’esame per il patentino di guida. Il ventinovenne, ritenuto responsabile anche dalla Cassazione, è stato trasferito a Balate. Era accusato di omicidio stradale e lesioni gravissime. Quel giorno, sostituiva il titolare dell’autoscuola alla quale erano iscritti i giovani.

Le famiglie Scalzo, Danese e Serafino D’Andrea hanno seguito tutti i gradi di giudizio come parti civili. Gli è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni.

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