“Slow food” approda a Niscemi, nasce un presidio a tutela del carciofo di qualità

 
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Niscemi. Il carciofo di Niscemi, coltivato anche nella piana di Gela, è diventato presidio Slow Food. Secondo gli esperti è una specie da tutelare, la numero 52 in Sicilia e tra le 600 nel mondo , per le sue particolari qualità gastronomiche. La città di Niscemi insieme a Gela garantisce oltre il 50 per cento dell’intera coltivazione regionale. “E’ facile da lavorare – assicura Valentina Vacirca, responsabile Slow Food – perché morbido. Viene, quindi, mangiato quasi tutto a differenza di altre specie spinose o dure”. Una cerimonia di presentazione del presidio Slow Food a Niscemi, capitale del carciofo, si terrà il 23 aprile prossimo durante la settimana dedicata alla Sagra del carciofo (dal 21 al 25 aprile), giunta alla sua quarantesima edizione.

Crudo a insalata, con sale limone e pepe nero, bollito, ripieno con pan grattato e formaggio, arrostito, il carciofo di Niscemi è una vera e propria prelibatezza che da oggi verrà tutelata.  “Siamo orgogliosi e grati per chi ha creduto in questo riconoscimento – spiega il sindaco di Niscemi, Massimiliano Conti – Se lo scopo di Slow food è quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini abbiamo fatto centro, difendendo il carciofo nostrale che ha delle caratteristiche tali che qualifica il nostro territorio. Siamo alla soglia della quarantesima sagra del carciofo di Niscemi – conclude il primo cittadino – credo sia una opportunità per l’amministrazione comunale di supportare con ogni sforzo questo riconoscimento”.

Il carciofo niscemese nasce nel 1800 con le prime raccolte legate a quelle di Palagonia e successivamente estese ai mercati del territorio tra Gela, Caltagirone e Catania fino ai mercati generali di Roma. “Vogliamo tutelare questo ecotipo storico – conclude Valentina Vacirca – frutto di produzioni di qualità”.

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