Società “svuotate” e raggiri al fisco, condanne “Spin off”: depositati ricorsi in appello

 
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Gela. Le condanne decise dal collegio penale del tribunale risalgono a fine maggio. I difensori degli imputati, coinvolti nell’inchiesta “Spin off”, hanno però già provveduto a depositare i ricorsi alla Corte d’appello di Caltanissetta. Contestano il verdetto di primo grado, scaturito da un’indagine ruotata soprattutto intorno alla figura del professionista Fabio Fasulo. Gli sono stati imposti cinque anni di detenzione. Per il pm Eugenia Belmonte, che ha sostenuto l’accusa in giudizio, sarebbe stato il vero cervello del “sistema criminale”. Due anni e quattro mesi di reclusione alla collaboratrice Virginie Bongiorno. Da quanto emerso, sarebbe stata lei a conservare nel pc personale dati fondamentali, usati poi dagli investigatori per ricostruire un sistema fatto di false fatturazioni, crediti d’imposta non dovuti e operazioni finanziarie che sarebbero state messe in atto solo per rafforzare i conti personali di Fasulo. Tre anni e tre mesi di reclusione sono stati comminati a Pietro Caruso, due anni e quattro mesi all’agrigentino Lorenzo Li Calzi e un anno e nove mesi al cittadino romeno Cristian Ciubotaru.

Per gli investigatori, Fasulo si sarebbe servito di presunte “teste di legno”, solo per sviare i controlli, consentendogli di giostrare tra più società. Molte di queste sarebbero state depauperate. Il collegio penale del tribunale ha anche disposto una maxi confisca, da oltre dodici milioni di euro, su beni personali e patrimoniali riconducibili a Fasulo, Li Calzi, Caruso e Ciubotaru. Tutti aspetti che gli avvocati Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Cristina Alfieri, Angelo Cafà e Giusy Ialazzo affronteranno nuovamente in appello.

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