Solo quattro ore di servizio Asacom, “minore discriminata”: Comune chiamato in giudizio

 
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Gela. Un servizio Asacom, per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione di una minore, assicurato dal Comune solo per quattro ore settimanali rispetto alle quindici ore previste dal piano educativo individualizzato. Dopo la diffida dei genitori, inoltrata a Palazzo di Città, sarà il giudice civile ad occuparsi del caso. Il legale della coppia, l’avvocato Livio Aliotta (anche presidente della Consulta per le disabilità), ha citato proprio l’ente comunale. Il municipio, attraverso il settore servizi sociali, non avrebbe garantito tutte le ore di assistenza previste dal piano. A seguito della diffida, pare non ci siano stati riscontri dagli uffici e così il legale, nell’interesse dei genitori della minore, ha deciso di agire in giudizio, per ottenere il pieno ripristino delle ore di assistenza. Il Comune, come ha stabilito la giunta, si costituirà per opporsi all’azione. Dal settore servizi sociali, infatti, hanno fatto sapere che il servizio deve essere erogato a tutti gli alunni disabili, in base però alle risorse disponibili. Secondo il legale dei genitori della minore, si tratta di una “discriminazione posta in essere dal Comune”, che oltre ad attivare tutte le ore, in base al ricorso dovrebbe essere condannato al pagamento delle spese.

Sul servizio Asacom, nel tempo non sono mai mancate le forti critiche della Consulta, che più volte ha contestato la linea dell’amministrazione comunale rispetto al trattamento dei disabili. Conclusioni respinte invece dall’amministrazione e dall’assessore ai servizi sociali, Nadia Gnoffo. Il procedimento civile è fissato per metà settembre.

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