Tentato omicidio e controllo delle aree rurali: spari e danneggiamenti, dal gup i Pisano e altri coinvolti

 
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Gela. Secondo i pm della procura, gli spari contro Carmelo Palmieri, tre anni fa in contrada Borgo Manfria, avrebbero segnato il capitolo forse più plateale del controllo della zona, pare imposto da Orazio Pisano e dal figlio Giuseppe Pisano (attualmente detenuti). Anche per la raccolta della paglia bisognava passare da loro, pagando. Questo ritengono gli inquirenti che contestano il tentato omicidio e diversi altri addebiti, a partire dall’estorsione. Dopo la chiusura delle indagini, è stata fissata l’udienza preliminare, per fine maggio. Oltre che sulle posizioni di padre e figlio, l’inchiesta si concentrò su altri aspetti emersi dalle attività di intercettazione e di monitoraggio degli spostamenti e dei contatti dei coinvolti. L’attività degli inquirenti partì proprio dal ferimento di Palmieri. Secondo i pm, c’era la volontà di ucciderlo. Davanti al gup dovranno presentarsi inoltre Emanuele Pisano (fratello di Orazio Pisano), Giuseppe Vaccaro, Pericle Ignazio Pisano, Fabio Russello e Vincenzo Alberto Alabiso. Importanti furono le captazioni che i carabinieri effettuarono all’ospedale “Sant’Elia” dove era stato ricoverato Palmieri. Nel corso di colloqui, anche con il fratello, delineò lo scenario nel quale sarebbe poi maturata l’azione di Giuseppe Pisano, con il benestare del padre Orazio. Gli inquirenti hanno ricostruito le cause del rogo dell’attività commerciale di Emanuele Pisano (avvenuto l’anno successivo agli spari). Le fiamme danneggiarono un punto vendita di prodotti caseari. L’incendio sarebbe stato appiccato da un minore con l’intervento di Orazio Pisano, che in questo modo avrebbe voluto lanciare un messaggio chiaro al fratello Emanuele, con il quale c’erano state divergenze proprio per il controllo delle attività nella zona di Borgo Manfria.

A sparare contro Palmieri, secondo i pm della procura, sarebbe stato Giuseppe Pisano, con l’assenso del padre. Sarebbero stati usati un fucile e una pistola. Il trentanovenne sarebbe arrivato nella zona dell’agguato a bordo di una Fiat Grande Punto guidata da Vaccaro. Prima, avrebbero speronato l’auto di Palmieri che fu costretto a scendere. Riuscì a dileguarsi nonostante i colpi di arma da fuoco, nascondendosi in un immobile della zona. Rimase ferito. Pisano e Vaccaro avrebbero avuto a disposizione diverse munizioni, inizialmente nascoste in un’area limitrofa all’attività commerciale dei Pisano. A Russello e Alabiso, assistiti dal legale Nicoletta Cauchi, vengono contestati diversi furti. Chi non pagava per le attività a Borgo Manfria e a Mangiova, stando alla ricostruzione d’accusa, rischiava danneggiamenti, soprattutto per la raccolta della paglia. Tra i legali di difesa, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Cristina Alfieri, Carmelo Tuccio, Giovanni Lomonaco e Boris Pastorello. Palmieri, che risulta parte offesa, è assistito dall’avvocato Vittorio Giardino.

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