Tentato omicidio Capodanno, difesa minore al riesame: “Sparò ma non voleva uccidere”

 
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Gli spari in via Petrarca

Gela. Non voleva uccidere. L’ha ripetuto, oggi, davanti ai giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta, il difensore del minore accusato del tentato omicidio di Capodanno, quando vennero esplosi colpi di arma da fuoco, con il ferimento di un trentenne. Per il minore, è stata eseguita una misura di custodia cautelare in carcere. Nel ricorso teso ad una rivisitazione complessiva del provvedimento, la difesa ha ribadito che il giovane non sparò per uccidere ma solo per intimidire il trentenne. L’attenzione è stata posta sulla traiettoria degli spari che colpirono il ferito ad una gamba. Un’altra ogiva venne trovata sull’asfalto stradale. Tutti elementi che per la difesa dimostrerebbero che il giovane non era intenzionato ad uccidere. Inoltre, è stata contestata l’aggravante dei futili motivi.

La difesa dell’indagato ritiene invece che l’azione scattò dopo che c’era stata una precedente discussione, molto accesa, e un familiare del giovane sarebbe stato aggredito. Per questo motivo, ci sarebbe stata la vendetta a colpi di pistola. Il ragazzo, in fase di interrogatorio di garanzia, ha ammesso di aver sparato ma ribadendo che non voleva uccidere. Secondo la procura minorile e i poliziotti, si trattò di fatti molto gravi e il minore avrebbe agito per colpire a morte.

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