Terreni abbandonati usati per bruciare scarti e rifiuti pericolosi: chiuse indagini

 
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I rifiuti dati alle fiamme

Gela. Era soprattutto a Passo di Piazza che i padroncini della plastica sversavano illecitamente rifiuti speciali, dandoli alle fiamme. Pare fosse una pratica ormai abituale. Lo sversamento avveniva in terreni abbandonati. I roghi inevitabilmente hanno contribuito ad immettere in atmosfera sostanze pericolose. Sono decine gli episodi ricostruiti dai pm della procura e dai poliziotti. Sono state chiuse le indagini nei confronti di quattordici coinvolti. Si tratta, per lo più, di padroncini che si muovono nelle contrade rurali per caricare la plastica dismessa. L’indagine, affidata al pm Luigi Lo Valvo, si è estesa ai rappresentanti legali di un’azienda vittoriese, che avrebbero affidato ai padroncini scarti del ciclo di estrusione del polietilene, finiti comunque tra i campi e dati alle fiamme. Nel corso delle verifiche, è stato accertato che anche un’automobile rubata venne portata nella zona e data alle fiamme per impossessarsi di materiale ferroso. Inoltre, ad alcuni coinvolti viene contestata la violazione dei sigilli apposti a terreni che erano già finiti all’attenzione dei poliziotti del commissariato, che qualche tempo prima avevano provveduto all’arresto dei titolari di una delle ditte coinvolte. La zona dei roghi non è molto distante dall’area protetta del Biviere e in più occasioni il responsabile, Emilio Giudice, ha pubblicamente denunciato i continui incendi di rifiuti, proprio tra i campi.

Le indagini sono state chiuse nei confronti di Emanuele Fontana, Roberto Fontana, Emanuele Di Simone, Emanuele Marino, Emanuele Terranova, Giuseppe Andrea Terranova, Saverio Cammalleri, Salvatore D’Aleo, Jonathan Pirone, Orazio Pirone, Salvatore Arizzi, Gaetano Barone, Giuseppe Di Martino e Federica Gueli. Gli inquirenti hanno poi seguito ulteriori sviluppi, riuscendo ad individuare altre aree, rurali e non, che venivano sistematicamente trasformate in discariche abusive, come segnalato nelle video inchieste dell’approfondimento giornalistico “Trincee”. I coinvolti sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Giuseppe Cascino, Tommaso Vespo, Massimiliano Marù, Francesco Salsetta, Mirko Maniglia e Filippo Di Mauro.

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