Troppi gesti estremi di giovani, Di Francesco e Perna: “Aiuti concreti da istituzioni”

 
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Di Francesco e Perna

Gela. Troppi giovani tentano il suicidio e in diversi casi, in città, hanno trovato la morte. I due recenti tentativi di togliersi la vita, da parte di giovanissimi, ripropongono la gravità della situazione. Gli esponenti locali di Italia Viva, la coordinatrice Nadia Di Francesco e il segretario organizzativo Giuseppe Perna, vogliono far arrivare la questione anche nelle stanze dei palazzi istituzionali. Hanno avanzato tre proposte, che saranno discusse con il sindaco Lucio Greco e con l’assessore ai servizi sociali, Nadia Gnoffo. Di Francesco e Perna individuano tanti segnali di pericolo, che sono anzitutto sociali. “I due casi di tentato suicidio che hanno avuto luogo nelle ultime settimane, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, sono un campanello d’allarme che non può lasciare impassibili, soprattutto per la giovanissima età dei protagonisti. Abbiamo vissuto due anni terribili, fra quarantena e isolamenti, che hanno reso difficile se non a volte impossibile intrattenere rapporti sociali e che hanno segnato fortemente tutti noi e in modo particolare i giovani che si sono visti privati della possibilità di vivere al meglio la loro adolescenza e le esperienze ad essa legate. Questa nefasta e disastrosa situazione ha pregiudicato la crescita dei nostri ragazzi ragion per cui le istituzioni devono farsi trovare pronte per dare una risposta e la giusta attenzione alle esigenze dei cittadini con aiuti concreti anche e soprattutto verso coloro i quali non hanno la possibilità economica di avvalersi di un consulto medico specialistico. Adesso, con il sopraggiungere di un ulteriore periodo di crisi economica e con la persistenza degli strascichi della pandemia, la situazione è ancor più critica e secondo noi di Italia Viva serve intervenire in modo tanto concreto quanto repentino. A volte, decidono di tentare il gesto estremo del suicidio ragazze e ragazzi che hanno difficoltà ad integrarsi o giovani che non hanno figure cui potere esprimere o manifestare le loro ansie o semplicemente con le quali confrontarsi, qualcuno che li ascolti liberamente senza giudicarli”, dicono.

Le proposte sono sintetizzate proprio dagli esponenti di Italia Viva. “Proponiamo l’istituzione di un numero verde locale, gestito da Asp, che sia operativo durante alcune fasce orarie, diurne e notturne, individuate con accortezza – spiegano – è necessaria una campagna di sensibilizzazione sul tema del consulto psicologico nelle scuole primarie e secondarie, al fine di sfatare ogni remora ideologica possibile, sia nei ragazzi che nei genitori. Le scuole, in collaborazione con Asp, istituiscano delle ore dedicate al confronto in classe, in presenza di un professionista. L’obiettivo è quello che sia lo psicologo ad andare dai ragazzi, parlare con loro, approcciarli alla materia e successivamente, magari con l’aiuto degli insegnanti e della famiglia, avviare un percorso. Bisogna avvicinare la psicologia ai ragazzi piuttosto che viceversa e, quindi, una sorta di inversione di rotta che potrebbe portare nuovi risultati. Infatti, non possiamo ancora pensare che il primo approccio con uno psicologo, che dovrebbe aiutare un ragazzo ad aprirsi, a vincere le sue paure o semplicemente a saperci convivere, possa avvenire davanti ad un’intera aula magna strapiena di gente, nel corso di convegni o altro, laddove risulta certamente difficile che questo stesso ragazzo possa avere la forza di fare il primo passo, di fare una domanda scomoda. Non si può pensare che, sempre questo stesso ragazzo, possa trovare da solo il coraggio di attraversare un corridoio per andare a bussare alla porta del medico. Risulta, invece, di gran lunga preferibile lasciarlo nel comfort e nell’intimità della sua classe”. Proposte che verranno avanzate all’amministrazione comunale.

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