Uccise le due figlie, in appello i periti sulle condizioni psichiche di Giuseppa Savatta

 
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L'arrivo dei carabinieri nell'abitazione dove vennero ritrovati i corpi delle bambine

Gela. Hanno illustrato le conclusioni della nuova relazione prodotta sulle condizioni psichiche della quarantaquattrenne Giuseppa Savatta, che tre anni fa uccise le due piccole figlie Gaia e Sofia Trainito. I componenti del collegio peritale sono stati sentiti davanti ai giudici della Corte d’assise d’appello di Caltanissetta. La donna è imputata, dopo essere stata assolta dal gup del tribunale di Gela che l’ha ritenuta del tutto incapace di intendere e di volere. I periti, anche in appello, hanno comunque formulato conclusioni che propendono per la sua incapacità totale e per la pericolosità sociale. Le bambine vennero trovate, ormai prive di vita, nell’abitazione di famiglia nel centro storico. Il verdetto di assoluzione emesso dal gup del tribunale di Gela è stato impugnato dai legali di parte civile che assistono i familiari delle bambine, gli avvocati Flavio Sinatra e Giovanni Giudice. Proprio le parti civili hanno spinto per una nuova perizia, poi disposta dai giudici nisseni. Già in primo grado, altri periti avevano concluso per la non imputabilità della quarantaquattrenne.

Difesa dagli avvocati Pietro Pistone e Maria Luisa Campisi, dopo il giudizio abbreviato le venne applicata, “anche se in via provvisoria”, la misura di sicurezza del ricovero in una struttura specializzata, almeno fino a quando “persista la pericolosità sociale”. Le conclusioni della procura generale e delle parti verranno esposte a maggio, in attesa della decisione.

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