“Una rosticceria per coprire lo spaccio”, gli arresti: “Per la droga Gela come Catania”

 
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Gli arresti furono effettuati dai carabinieri coordinati dai pm della procura (nella foto il procuratore capo Fernando Asaro e il sostituto Mario Calabrese)

Gela.  In città arrivavano e continuano a farlo acquirenti al minuto e all’ingrosso di cocaina, hashish e marijuana. “Gela come Catania” ha spiegato il pm Mario Calabrese che ha coordinato l’indagine che nella notte ha portato all’esecuzione di nove arresti, tutti eseguiti dai carabinieri. In conferenza stampa, il procuratore capo Ferdinando Asaro ha spiegato che “Gela e Niscemi sono un mercato fiorente per la droga”. Lo spaccio e le trattative avvenivano praticamente in strada. Uno dei presunti organizzatori dell’affare, Giuseppe Domicoli, secondo gli investigatori utilizzava anche l’area retrostante dell’attività commerciale gestita dalla famiglia, una rosticceria in via Generale Cascino. A Gela per rifornirsi arrivavano non solo i niscemesi ma anche ragusani e agrigentini. Per questa ragione, gli investigatori ritengono che il traffico fosse ben avviato. La piazza di spaccio privilegiata pare fosse quella di Niscemi. Il fornitore di riferimento, hanno spiegato gli inquirenti, era lo stesso Domicoli, già coinvolto nell’inchiesta “Malleus”. Il colonnello Ivan Boracchia e il tenente Danilo Landolfi, che coordina il reparto operativo, hanno spiegato diverse fasi dell’indagine, condotta quasi esclusivamente con elementi acquisiti dagli investigatori.

E’ stato ricordato anche l’arresto di due corrieri ragusani giunti in città per rifornirsi di cocaina. I carabinieri li bloccarono nei pressi del fiume Gela e i ragusani tentarono anche di speronarli. Il colonnello Baldassare Daidone ha ulteriormente ribadito come la droga sul territorio circoli in maniera sempre più costante. Il gip del tribunale ha accolto tutte le nove misure restrittive richieste dai pm della procura.

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