Una vita da invisibile all’interno dell’ospedale “Vittorio Emanuele”

 
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Gela. Quasi un invisibile all’interno dell’ospedale “Vittorio Emanuele”. E’ ciò che vive Antonio Di Bella da oltre un mese. L’uomo, cui è stata diagnosticata una schizofrenia paranoide, ogni giorno si reca al pronto soccorso dichiarando attacchi di ansia. Antonio trascorre le giornate tra l’astanteria del pronto soccorso e la cappella in cui più volte gli operatori sanitari lo hanno trovato addormentato. E’ stato seguito sia dal reparto psichiatrico del nosocomio di Caposoprano sia da quello del “Sant’Elia” di Caltanissetta, che ne hanno confermato la diagnosi e prescritto una terapia domiciliare che l’uomo, non avendo né una casa né qualcuno che se ne prenda cura, non è in grado di seguire. Tutto ciò che possiede è racchiuso nello zaino che porta in spalla e che custodisce gelosamente. Nessun aiuto da parte di amici e familiari. Il cappellano della chiesetta del “Vittorio Emanuele”, don Giuseppe Siracusa, in più occasioni ha prestato sostegno spirituale al degente che, seguito dai servizi sociali della città prima e da quelli dell’ospedale dopo, ha rifiutato di essere collocato in strutture che possano offrire un sostegno adeguato. L’ultima volta è stato trasferito in una struttura fuori città da cui è scappato per tornare sempre al “Vittorio Emanuele”.

La direzione sanitaria dell’ospedale non ha voluto rilasciare interviste al riguardo ma informalmente ha assicurato di aver già avviato le procedure per poter dare il giusto sostegno ad Antonio.

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