Viadotto di Brucazzi realizzato e abbandonato, la Protezione civile provinciale si sveglia dal “letargo”

 
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Gela. Ci sono voluti tre anni per certificare la tenuta statica dell’importante via di fuga della fabbrica Eni. Il viadotto di contrada Brucazzi, che attraversa l’arteria cittadina di via Generale Cascino, rimane interdetto al transito veicolare. Ieri mattina, in una blindatissima riunione all’Irsap (ex Asi), tra Sergio Morgana, referente provinciale del Dipartimento regionale di Protezione Civile, e Maurizio Catania, presidente dell’ormai ex Area di sviluppo industriale, è stata formalizzata la consegna dei lavori.

“Abbiamo certificato la tenuta statica del viadotto” ha ammesso il rappresentante del Dipartimento di Protezione civile evitando di rilasciare ulteriori informazioni. A causa del viadotto da oltre cinque anni è inutilizzata una delle vie di fuga inserite della Raffineria del colosso energetico del cane a sei zampe.

La campata del ponte era stata sostituita perché danneggiata da un escavatore in transito. Il percorso lento e silente, durato oltre un quinquennio, potrebbe finalmente riconsegnare la strada alla collettività.

Secondo il presidente della sede Irsap la riapertura dell’arteria industriale dovrà essere preceduta da un intervento straordinario di pulizia delle caditoie, dall’eliminazione della vegetazione cresciuta a dismisura, agevolata dallo stato di abbandono, e dalla collocazione di nuove indicazioni stradali. Intanto l’area industriale continua a svuotarsi delle imprese produttive. Alla stesura del verbale di consegna dei lavori non ha partecipato nemmeno l’assessore comunale Pietro Lorefice.

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