Acque reflue in agricoltura, Scudera: “Progetto già avviato, siamo tra i primi in Sicilia”

 
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Liborio Scudera

Gela. Il decreto attuativo regionale che dà seguito alla legge di due anni fa per il riutilizzo delle acque reflue, anche in agricoltura, è una tappa che tanti operatori del settore attendevano da tempo. Sul piano territoriale, potrebbe mettere una pezza consistente all’emergenza idrica, negli anni trasformatasi in consuetudine. Senza dighe efficienti, il ciclo delle acque reflue può diventare una fonte decisiva. Ci sono già progetti in stato avanzato. “Siamo forse i primi in Sicilia – dice Liborio Scudera da sempre portavoce di molti imprenditori agricoli che devono superare tante difficoltà per andare avanti con regolarità – se effettivamente ci sarà un assenso definitivo, tra due o tre mesi potremmo avere l’acqua nella vasca di Settefarine. Per noi, sarebbe un successo”. Agricoltori locali e rappresentanti istituzionali lavorano nel tentativo di tracciare le caratteristiche salienti del ciclo delle acque reflue per fini irrigui.

“Devo dire che la nostra associazione è sempre stata in prima fila – precisa Scudera – però, non possiamo trascurare i meriti dell’ex parlamentare Pino Federico. E’ stato lui a portarci non meno di dieci volte al dipartimento regionale per continuare tutte le verifiche. Altrettanto importante è il ruolo dell’assessore regionale Di Mauro che ha materialmente messo la firma sul decreto. C’è stato l’impegno di imprenditori del territorio, mi riferisco all’azienda Casa di Grazia”. La via delle acque reflue affinate, se inserita in un sistema strutturato, assicurerebbe affanni minori per le produzioni locali e per un comparto che continua a dare lavoro, seppur con una flessione non da poco.

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