Alla Ghelas Romano è in bilico? Scontro giunta-revisori: il sindaco, “chi sta creando un danno? Per me, possiamo andare in procura”

 
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Gela. “Ad andare in procura, ci si impiega poco. A questo punto, devo capire se il collegio dei revisori della Ghelas ha emesso atti legittimi o meno”. Scontro tra giunta e collegio dei revisori. Le parole del sindaco Domenico Messinese potrebbero essere solo uno dei primi passi verso lo scontro tra gli stessi revisori dei conti della municipalizzata e l’amministrazione comunale. Al centro dell’intera vicenda, c’è la nomina di Vincenzo Romano, voluto dalla giunta comunale, a presidente del consiglio di amministrazione della società. Sembrava che la questione fosse chiusa già da qualche settimana. Invece, questa mattina, una nuova nota, firmata dai componenti del collegio dei revisori della Ghelas, è stata inoltrata al sindaco. “Sollevano ancora dubbi sulla sussistenza dei requisiti di Romano, che per noi ci sono tutti – continua Messinese – nel corso di una precedente riunione, gli stessi revisori avevano dato il benestare. Adesso, tutto cambia. C’è qualcuno che vuol marciare su questa vicenda? Anche perché questi revisori dei conti non li ho di certo nominati io”. Per Giuseppe Di Dio, Gaetano Lorefice e Salvatore Gnoffo, tutti componenti dell’organo revisore della municipalizzata, Romano probabilmente non sarebbe in possesso di tutti i requisiti richiesti dallo statuto. “E’ un’interpretazione – spiega il vicesindaco Simone Siciliano – che abbiamo più volte contestato. Quei requisiti non sono cumulativi ma vanno considerati singolarmente. Abbiamo ottenuto tutti i pareri del caso. A questo punto, va valutata anche la condotta dei revisori. Se Romano non avesse i requisiti, ci sarebbero tutti i profili di un danno erariale. Non mi pare che i predecessori del nuovo amministratore delegato avessero, cumulativamente, tutti i requisiti professionali indicati dallo statuto. Nonostante tutto, in quei casi arrivò il parere favorevole dei revisori. Di certo, è molto strano”.

Cosa stabilisce lo statuto? L’articolo 27 dello statuto stabilisce che l’amministratore delegato debba “aver svolto attività di amministrazione o controllo, ovvero compiti direttivi”, “aver svolto attività professionale in materia attinente, o, comunque, funzionale alle attività svolte dalla società”, “aver svolto attività di insegnamento universitario in materie tecnico-gestionali, giuridiche od economiche”, aver svolto funzioni amministrative o dirigenziali presso gli enti pubblici o pubbliche amministrazioni attinenti al settore in cui opera la società, ovvero presso enti pubblici o pubbliche amministrazioni non attinenti ai predetti settori purché le funzioni comportino la gestione di risorse economico-finanziarie”. A sollevare dubbi sulla sussistenza dei requisiti del neo amministratore delegato della municipalizzata, controllata per intero dal Comune, sono stati i consiglieri Carmelo Casano e Giovanni Panebianco, seguiti successivamente dagli altri componenti della commissione affari generali. Non a caso, venne richiesta l’acquisizione del curriculum di Vincenzo Romano.

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