Area locale esclusa dal Piano Mattei, Di Stefano: “Ma questo nodo logistico è strategico”

 
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L'ex vicesindaco Terenziano Di Stefano

Gela. Il nodo logistico locale tagliato fuori dal Piano Mattei, il progetto strategico da oltre cinque miliardi di euro ufficializzato dal governo Meloni. I civici di “Una Buona Idea” sono pronti a lanciare una vera e propria rivendicazione pubblica. “Il piano del governo nazionale vuole trasformare l’Italia nello snodo energetico chiave tra continente africano e Unione Europea attraverso il Piano Mattei. L’importo necessario, perché decolli è di 5,5 miliardi di euro che servirà a sostenere strategie territoriali, riferite a specifiche aree del continente Africano”. Tra i settori di intervento elencati si trovano, tra gli altri, il potenziamento delle infrastrutture e lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali. Non è compito mio – dice l’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano – entrare sulla natura sottesa al Piano Mattei. Molto da dire, però, c’è sulla costruzione della prospettiva e sulle mancate ricadute nel nostro territorio. Il piano Mattei, per funzionare deve avere immancabilmente un’architettura marittima ma da una prima lettura, riscontro con non poco disappunto che Gela nonostante la posizione geografica ottimale e nonostante sia di passaggio verso i mari del nord, non è menzionata. Per essere più precisi, non esiste. Eppure figura il porto di Augusta e figura il porto di Catania sui quali, invece, è in corso un ragionamento. Si pensi a Rotterdam che è uno degli scali più importante del mondo, il primo in Europa, ebbene per raggiungerlo via mare, bisogna necessariamente passare da Gela”.

Anche in questo caso, l’approdo locale non è previsto. Non ci sono riferimenti di alcun tipo eppure da anni si discute di un hub sul Mediterraneo, anche se ad oggi mancano pure le infrastrutture di base. “Nel prossimo futuro ci sono investimenti enormi: i corridoi energetici di collegamento con l’Africa, i gasdotti, le fibre digitali che connettono tre continenti, lo sviluppo delle energie alternative e Gela deve essere al centro del piano nazionale e mondiale. La lettura del Piano Mattei, così com’è , non solo dimentica Gela ma la cancella. A questo si aggiunge il fatto che nel recente passato, erano state fatte delle valutazioni tecniche durante un incontro al Ministero e in quella occasione, lo dico senza timore di smentita, i tecnici hanno evidenziato che l’unica zona nella quale è possibile realizzare un grande porto-hub è l’area di Gela – continua Di Stefano – proprio per la fortunata collocazione geografica. A questo aggiungiamo anche lo status di Zes di cui gode la nostra città. Non esiste un altro ragionamento se non questo, che prende spunto da dati oggettivi e quindi considero cieca ed offensiva la decisione del governo nazionale. on c’è dubbio quindi che il Piano Mattei funziona solo se la prospettiva è siciliacentrica ma non c’è dubbio però che non può considerarsi valido un progetto che non tenga conto della posizione geografica e climatica di Gela. Sarebbe il caso, ogni tanto, di ricordare la nostra storia e difenderla quando le decisioni assunte dal governo nazionale o regionale, la ignorano o addirittura la umiliano. Mi auguro inizi una vera e propria rivendicazione politica sul tema che io e tutto il movimento “Una Buona Idea” riteniamo già aperta chiedendo sin d’ora nelle sedi politiche opportune, al governo nazionale e a quello regionale, che il tema non venga considerato chiuso”.

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