Blitz “Boomerang”, nell’appello bis non accolte richieste concordato: “Corte si astenga”

 
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Gela. Non sono state accolte le richieste di concordato avanzate dalle difese degli imputati nel giudizio di appello bis, scaturito dall’inchiesta “Boomerang”. I pm della Dda di Caltanissetta e i carabinieri ricostruirono un traffico di droga che pare avesse come base proprio la città, con contatti costanti anche nelle aree del catanese e del ragusano. La Corte di Cassazione, lo scorso giugno, dispose l’annullamento sul punto dell’aggravante del numero di partecipanti. Gli inquirenti infatti ritennero subito che fosse stata strutturata un’organizzazione per gestire l’intero affare delle sostanze stupefacenti. I magistrati nisseni non hanno ritenuto sussistenti elementi per il riconoscimento delle attenuanti generiche. Ragione che sta a fondamento del no alle richieste di concordato. Una decisione che ha spinto tutti i difensori degli imputati ad avanzare un’istanza di astensione, rivolta proprio ai giudici. Per i legali, il mancato assenso ai concordati, di fatto avrebbe già tracciato la linea della decisione. Così, hanno ritenuto che la Corte debba astenersi. Gli atti sono stati trasmessi al presidente della Corte d’appello di Caltanissetta, che dovrà valutare se i giudici potranno esprimersi oppure se vada accolta l’iniziativa dei difensori.

Negli altri gradi di giudizio, tutti gli imputati optarono per l’abbreviato. Furono imposti sedici anni e quattro mesi per Giacomo Gerbino, ritenuto l’organizzatore del traffico di droga; quattordici anni e otto mesi per Virgilio Terranova e Salvatore Valenti, indicati come canali catanesi della droga; dieci anni e otto mesi per il vittoriese Fortunato Vella che avrebbe assicurato l’appoggio nella zona del ragusano; dieci anni a Gaetano Renna e Bartolomeo Palmieri (in continuazione con una precedente sentenza); nove anni a Giovanni Tumino; otto anni e otto mesi a Salvatore Raniolo; tre anni e quattro mesi per Giuseppe Iapichello. L’unico al quale non veniva contestata l’ipotesi più grave dell’associazione è Carmelo Pellegra (in appello due anni e otto mesi). I coinvolti sono rappresentati dagli avvocati Flavio Sinatra, Giacomo Ventura, Cristina Alfieri, Carmelo Tuccio, Vittorio Giardino, Giuliano Dominici, Davide Limoncello, Paola Carfì, Angelo Cassone, Saverio La Grua, Matteo Anzalone, Calogero Vinci, Filippo Pino e Dario Polizza Favarolo. In aula, si tornerà la prossima settimana quando in appello perverranno pure le posizioni degli altri imputati che invece sono stati giudicati in dibattimento.

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