Bonifica aree Eni, un tavolo tecnico per approfondire i progetti

 
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Gela. Il confronto ufficiale, con l’avvio della conferenza di servizi, ha preso piede ad inizio agosto. Per definire il percorso che possa condurre ad un progetto complessivo di bonifica dei “terreni insaturi” di raffineria e per gli interventi nelle aree ricomprese nel Sito di interesse nazionale, si è posta l’esigenza preliminare di un tavolo tecnico. La convocazione ministeriale era fissata in settimana. A richiedere un’analisi preliminare sono stati anche i rappresentanti di Eni Rewind, la società del gruppo multinazionale che si occupa del comparto delle bonifiche. Già nel corso della prima riunione della conferenza di servizi, erano emersi diversi punti da sviluppare con maggiore chiarezza. Proprio ai rappresentanti di Eni Rewind erano stati posti più quesiti, che vanno chiariti. Anche per questa ragione è maturata l’esigenza di un tavolo tecnico preliminare. Nel progetto, per le aree “non produttive” si prevedono interventi di bonifica mentre per quelle “produttive” la messa in sicurezza. E’ necessario individuare “chiaramente” (è stato riportato nei verbali del primo incontro) quali aree saranno sottoposte a bonifica e quali invece alla messa in sicurezza operativa. Gli enti avevano posto una serie di richieste anche sui metodi degli interventi, che sono previsti in un arco temporale di circa cinque anni, così è indicato nel progetto. Alla prima riunione della conferenza di servizi, seppur senza poter intervenire, ha partecipato il responsabile della Riserva Biviere Emilio Giudice, che dovrà comunque pronunciarsi nell’iter. Gli habitat ecologici sono ritenuti imprescindibili e da tutelare, sia nelle aree di vincolo sia in quelle non di vincolo. Per Giudice, inoltre, servirebbe una verifica approfondita sullo stato delle falde.

“Non deve più esserci passaggio di contaminazione in mare”, aveva detto dopo quella riunione. I funzionari ministeriali hanno ritenuto necessario passare quindi da un tavolo tecnico, prima di ritornare in sede di conferenza di servizi, che dovrà successivamente esprimersi sull’intero progetto di bonifica. La bonifica delle acque di falda, di recente, è stata al centro di valutazioni della procura locale, che ha portato a processo diversi responsabili e tecnici delle società Eni, per la mancata attuazione degli interventi. Dall’azienda hanno fatto sapere che c’è l’intenzione di chiarire anche nel corso del procedimento penale.

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