Deputati, senatori, ricercatori, professionisti…gli ex assessori di Messinese: dieci in meno di tre anni

 
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Gli ex assessori del sindaco Messinese

Gela. L’imprenditore Maurizio Melfa, che solo lo scorso dicembre era entrato a Palazzo di Città, chiamato in giunta dal sindaco Domenico Messinese e dal suo vice Simone Siciliano, è il decimo assessore che se ne va, in poco meno di tre anni. Un turbinio di chiamate, arrivi e partenze, per una giunta che non trova proprio pace, almeno da un punto di vista politico. Le cose non sono di certo migliori sul fronte amministrativo, dato che Messinese e i suoi devono difendersi dai colpi che arrivano sia dal centrodestra sia dal centrosinistra, rafforzati da un Movimento cinque stelle che il sindaco se l’è messo alle spalle già da molto tempo. Melfa se n’è andato di malo modo, in totale disaccordo con i metodi di gestione del sindaco e della sua giunta. Addirittura, già invoca elezioni anticipate, dopo aver tentato la strada del municipio da candidato a primo cittadino, proprio contro l’allora grillino Messinese. Neanche il sindaco si aiuta, forse mal consigliato dai fedelissimi (almeno quei pochi che gli rimangono dopo la dipartita del nucleo principale di Sviluppo Democratico). Dopo l’espulsione dal Movimento cinque stelle che l’aveva portato in municipio, per il sindaco è stato un continuo girovagare politico. Sviluppo Democratico (movimento fondato dai suoi sostenitori ma senza troppa fortuna), l’infatuazione politica per il modello civico dell’altro ex grillino Federico Pizzarotti, poi gli approcci con il centrodestra, il sostegno alle regionali garantito agli alfaniani di Alternativa Popolare (nel centrosinistra ma poi del tutto affondati) e ancora l’elogio alla “coerenza” dei leghisti di Matteo Salvini, a conclusione delle politiche. Nelle ultime ore, Messinese se n’è andato anche dai dem che, in città, si sono dati appuntamento per analizzare la sconfitta plateale alle nazionali. L’accoglienza non è stata delle più calorose.

Le porte girevoli a Palazzo di Città. Da quando è entrato a Palazzo di Città, Messinese ha messo alla porta ricercatori, deputati regionali e senatori (eletti dopo il benservito), professionisti. Per loro c’è stato un licenziamento in tronco. Prima osannati e poi “bannati”. Gli unici a resistere, saldi sulle poltrone, sono l’inseparabile vice Simone Siciliano e l’assessore al bilancio Fabrizio Morello. Le dimissioni, invece, gliele hanno presentate lo stesso Melfa e l’allora assessore alla polizia municipale Eugenio Catania, che proprio Messinese aveva voluto in municipio dopo il taglio dei grillini. Per Fabrizio Nardo, Nuccio Di Paola, Pietro Lorefice, Ketty Damante, Francesco Salinitro, Flavio Di Francesco, Rocco D’Arma, Licia Abela e, appunto, Maurizio Melfa ed Eugenio Catania, il municipio è ormai un ricordo, per alcuni anche molto lontano, dato il tempo trascorso dall’addio. A Palazzo di Città, oltre ai fedelissimi Siciliano e Morello (allontanatisi solo qualche giorno dai loro uffici causa azzeramento di facciata), rimangono Valentino Granvillano, Giovambattista Mauro e Valeria Caci. Chissà fino a quando.

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