Emergenza Eni, blocchi sulla Gela-Caltanissetta e presidio in municipio

 
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Gela. Si inasprisce la protesta dei lavoratori dell’indotto e dei dipendenti della fabbrica Eni.

Da stamattina un gruppo di lavoratori chimici del diretto sta presidiando la Gela-Caltanissetta, nei pressi della zona industriale di Butera. La protesta è sostenuta dai sindacati del settore chimico, rispettivamente Francesco Emiliani (Femca), Gaetano Catania (Filctem) e Maurizio Castania (Uiltec). Saranno circa settanta.

Sono ripresi i presidi stradali con rallentamenti lungo la Gela-Vittoria, all’altezza dell’impianto di imbottigliamento. IN questo caso i blocchi sono stati avviati dagli edili.

Operai dell’indotto, invece, stazionano davanti al nuovo centro olii di Eni, in contrada Brucazzi.

Mentre altre cinquanta tute blu dell’indotto accompagnati da Angelo Sardella (Fim), Orazio Gauci (Fiom) e Nicola calabrese (Uilm) stanno protestando davanti Comune occupando piazza San Francesco.

Le proteste contro la chiusura della fabbrica sono sposate dai confederali sindacali Ignazio Giudice, Manuele Gallo e Maurizio Castania.

Sull’emergenza occupazione è intervenuto anche il vescovo della diocesi di Piazza Armerina, monsignore Rosario Gisana. “Chi ci va di mezzo sono i poveri. E ciò è insostenibile – accusa il prelato – C’è, infatti, un protocollo d’intesa che prevede la riconversione della fabbrica Eni di Gela per l’energia pulita, ma non si può partire con questa trasformazione del petrolchimico perché si aspettano le autorizzazioni che non arrivano: sembrano bloccate al Ministero dell’Ambiente nel disinteresse da parte del governo regionale che, secondo i sindacati, sembra aver alzato le mani”.

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