Enimed non convince i sindacati, slitta l’avvio della base a terra: “La produzione deve riprendere”

 
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Gela. Slitta il cronoprogramma che i manager Eni, almeno sulla carta, avevano stilato nel progetto Argo-Cassiopea, che prevede la realizzazione di una base a terra. Lo start-up non avverrà più a marzo 2020 ma a dicembre dello stesso anno. E’ uno dei particolari emerso nel nuovo round del confronto, avviato dai sindacati della triplice dei chimici di Filctem, Femca e Uiltec e dai manager di Enimed. “Da quanto ci è stato comunicato – spiegano i segretari provinciali Gaetano Catania, Francesco Emiliani e Maurizio Castania – i lavori dovrebbero iniziare a dicembre 2018, ma tutto si lega ad un’autorizzazione che deve essere rilasciata dal ministero, a seguito di varianti al progetto. Non sapevamo nulla di questa nuova autorizzazione e certamente i ritardi non ci convincono. Così come non ci convince lo slittamento dello start-up”. La nuova autorizzazione dovrebbe essere rilasciata entro il mese di luglio, ma previsioni certe non sembrano possibili. “Se il rilascio dovesse ancora slittare, per qualsiasi ragione, anche la consegna definitiva dell’opera potrebbe andare oltre il mese di dicembre 2020 – spiegano ancora i sindacalisti – noi stiamo vigilando, ma non possiamo accettare altri ritardi”. I manager della multinazionale, nel tentativo di coinvolgere negli appalti più aziende locali, hanno scelto di assegnare lavori, suddividendone il carico, attraverso più gare.

La produzione in netto calo. Come già nel primo confronto, i sindacati, però, hanno ribadito tutta la loro preoccupazione davanti al netto calo della produzione di Enimed nel sito locale. “Stiamo andando sotto la soglia dei dodicimila barili – spiegano ancora – è inaccettabile. Durante l’incontro, abbiamo ancora chiesto che l’azienda concentri risorse sulla produzione e la manutenzione dei pozzi. Servono interventi decisi per invertire la rotta”. Insomma, sindacati e rsu aziendale non sono affatto convinti dai passi dei manager del cane a sei zampe, che non starebbero rispettando gli accordi iniziali. “Se non ci sarà un’accelerazione nell’iter e se l’azienda non compirà sforzi per riprendere la produzione a regime – concludono – allora, saremo pronti alla mobilitazione. Verranno convocati tutti i lavoratori in assemblea e decideremo la strategia migliore”.

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